Detrazioni fiscali: possibile ottenerle anche per le erogazioni liberali alle parrocchie? La risposta dell’Agenzia delle Entrate

Per chi versa erogazioni liberali alle parrocchie, è possibile ottenere delle detrazioni fiscali? Ecco il chiarimento dell’Agenzia delle Entrate.

Le donazioni alle parrocchie rappresentano una forma di sostegno essenziale per la vita comunitaria e la tutela del patrimonio religioso. Possono assumere diverse modalità, dalle offerte in denaro alle donazioni di beni, fino ai lasciti testamentari o alla partecipazione all’8×1000. Complessivamente, le donazioni costituiscono un canale fondamentale per preservare il patrimonio culturale e favorire la solidarietà sociale, confermando il valore economico e civile della partecipazione comunitaria. Tra le formule più diffuse rientrano, in particolare, le erogazioni liberali, ovvero donazioni spontanee e gratuite, effettuate da privati cittadini o imprese, in denaro o in natura, senza vincoli di controprestazione.

Queste ultime forme di contributo offrono anche vantaggi fiscali concreti, poiché possono essere dedotte o detratte dal reddito imponibile, secondo quanto previsto dalla normativa vigente. In questo modo, il gesto solidale produce un doppio beneficio: sostiene l’attività ecclesiastica e genera un risparmio per il donatore. C’è da fare, in particolare, una distinzione tra la possibilità di ottenere deduzioni e quella di ottenere detrazioni, collegate alle erogazioni liberali. Le deduzioni permettono di ridurre il reddito imponibile, e sono riconosciute per contributi a enti religiosi, culturali o assistenziali, inclusi quelli destinati al sostentamento del clero, fino a 1.032,91 euro annui se tracciabili. Le detrazioni, invece, riducono direttamente l’imposta dovuta e spettano ad alcuni determinati donatori.

Detrazioni fiscali: ecco quando spettano per le erogazioni liberali alle parrocchie

A rivelare quando spettano le detrazioni fiscali sulle erogazioni liberali alle parrocchie, è stata l’Agenzia delle Entrate. In particolare, in risposta a una contribuente, mediante la Posta di FiscoOggi, l’ente ha spiegato che la detrazione del 19% sull’imposta lorda spetta solo se le somme donate sono destinate a interventi di restauro o risanamento conservativo di chiese e delle loro pertinenze, purché si tratti di beni culturali tutelati dal decreto legislativo n. 42/2004. La norma, già richiamata dalla risoluzione n. 133/2007, specifica inoltre che il beneficio fiscale è valido anche nel caso in cui la donazione consista in beni in natura e non esclusivamente in denaro.

Detrazioni fiscali parrocchie
Il chiarimento dell’Agenzia delle Entrate su Twitter – X.

Per ottenere la detrazione, è fondamentale sottolineare che, in ogni caso, il versamento deve essere effettuato tramite sistemi tracciabilicome bonifico bancario, postale o altri strumenti equivalenti – che consentano di comprovare la destinazione del contributo. La legge richiede tale modalità per garantire trasparenza, consentendo di verificare con certezza la destinazione della somma e l’identità del donatore. La tracciabilità serve anche a prevenire evasione e riciclaggio, vietando l’uso del contante e assicurando la prova documentale dell’erogazione, tramite ricevute o estratti conto. Solo i pagamenti tracciabili permettono, in effetti, agli enti religiosi di comunicare correttamente i dati all’Agenzia delle Entrate, che proseguirà con il riconoscimento delle deduzioni o delle detrazioni fiscali.