Teoricamente, fare la benzina di notte può far risparmiare, ma c’è un problema che rende questo gesto molto meno conveniente: fisico rivela per quale motivo.
I serbatoi di benzina rappresentano il cuore delle stazioni di servizio e sono progettati per garantire sicurezza, efficienza e tutela ambientale. Nella maggior parte dei casi sono interrati sotto il piazzale del distributore, una scelta che riduce il rischio di incendi o esplosioni e li protegge da possibili atti vandalici. La loro struttura è realizzata in acciaio o in materiali compositi resistenti alla corrosione, spesso con doppia parete per impedire perdite e facilitare il controllo di eventuali infiltrazioni. Dal serbatoio parte una rete di tubazioni che collega il sistema di stoccaggio alle pompe di distribuzione, dove speciali valvole e strumenti di misurazione assicurano che l’erogazione sia precisa e costante. Il rifornimento dei serbatoi avviene tramite autobotti che utilizzano sistemi sigillati per trasferire il carburante, evitando la dispersione di vapori infiammabili.
Durante l’erogazione, pompe sommerse o aspiranti prelevano la benzina dal fondo del serbatoio e la spingono verso il distributore, passando attraverso dispositivi di controllo elettronico che regolano pressione e quantità. Un sofisticato sistema di sensori e valvole impedisce il ritorno di aria e vapori nei condotti e interrompe automaticamente il flusso quando il serbatoio dell’auto è pieno, rilevando il calo di pressione. I serbatoi sono inoltre dotati di impianti di ventilazione e valvole tagliafiamma, con manutenzioni periodiche che garantiscono la conformità alle norme ambientali. Procedure specifiche disciplinano svuotamento, bonifica e gestione delle perdite, assicurando la massima protezione del suolo e dell’ambiente. Queste infrastrutture, invisibili ma altamente tecnologiche, permettono di mantenere costante la sicurezza operativa e la continuità del servizio in ogni stazione di rifornimento.
Benzina: esperto rivela perché c’è chi la fa di notte (e quanto è utile veramente)
La struttura dei serbatoi di benzina e la composizione del carburante sono al centro di un tema curioso, approfondito di recente dal fisico e divulgatore Vincenzo Schettini. L’esperto ha spiegato che alcune persone scelgono di fare rifornimento di notte, quando la temperatura è più bassa, nella convinzione di poter risparmiare. Il principio su cui si basa questa abitudine è quello della dilatazione termica, secondo cui, al diminuire della temperatura, la densità del liquido aumenta e il volume si riduce. In teoria, quindi, la benzina più fredda occuperebbe meno spazio, consentendo di ottenere una quantità leggermente maggiore durante il rifornimento. Schettini ha precisato che, in termini puramente teorici, una variazione di circa 15 gradi Celsius – ad esempio tra mezzogiorno e mezzanotte – potrebbe generare una differenza di volume pari a un litro su un pieno da cinquanta.

Ciò equivarrebbe a un risparmio di circa due euro, e quindi di una cifra apparentemente vantaggiosa. Tuttavia, questa ipotesi resta valida solo sulla carta, perché nella realtà la benzina è conservata in serbatoi interrati, progettati per mantenere una temperatura stabile e isolata dagli sbalzi termici esterni. Di conseguenza, la benzina distribuita alle pompe non subisce variazioni significative di temperatura tra giorno e notte. Il supposto risparmio legato al rifornimento notturno si riduce quindi a una differenza trascurabile, di pochi centesimi, ben lontana dalle aspettative iniziali. Fare benzina di notte potrebbe, dunque, far risparmiare, ma, nel concreto il risparmio è, spesso, quasi inesistente, eccetto che nel caso in cui i serbatoi siano messi in una posizione più esterna.
Visualizza questo post su Instagram
 
