Fare la spesa di prodotti italiani d’importazione è sempre costoso, e a New York i prezzi sono davvero altissimi: ecco i vari prezzi commentati da una coppia di italiani.
I market che propongono prodotti di importazione sono ormai parte integrante del tessuto urbano, soprattutto delle metropoli ma anche dei centri minori. In questi spazi convivono alimenti, bevande e oggetti provenienti da ogni parte del mondo, pensati tanto per le comunità di immigrati quanto per chi desidera esplorare culture gastronomiche diverse. La varietà offerta è ampia, ma i prezzi risultano spesso più elevati rispetto agli equivalenti locali, una differenza dovuta a precise dinamiche economiche. I costi di trasporto internazionale, le spese doganali e i dazi commerciali incidono, naturalmente, in modo significativo sul prezzo finale. A questi si sommano le commissioni degli intermediari e le spese logistiche necessarie per conservare la qualità dei prodotti durante il viaggio e lo stoccaggio. Quando si tratta di articoli di nicchia o distribuiti in quantità ridotte, la scarsità ne accresce ulteriormente il valore.
Inoltre, le normative sanitarie e le etichettature specifiche imposte dai singoli Paesi generano costi aggiuntivi che si riflettono sul consumatore. Lo stesso fenomeno riguarda, naturalmente, i prodotti italiani all’estero, presenti in negozi e piattaforme specializzate che esportano il gusto del Made in Italy. Pasta, formaggi, salumi e vini mantengono un fascino costante tra gli italiani residenti fuori confine e tra gli appassionati stranieri, ma anche in questo caso il prezzo rimane alto. Le ragioni sono le stesse: trasporto, dazi, tasse e necessità di garantire autenticità e freschezza.
Coppia trova prodotti italiani a New York: ecco i dettagli sulla loro spesa
La distanza dal Paese che esporta i prodotti e i prezzi base del Paese dove questi vengono acquistati, naturalmente, sono due variabili da considerare, quando si parla della spesa di prodotti italiani all’estero. Proprio queste due variabili hanno influenzato i prezzi dei prodotti italiani venduti in due supermercati specializzati in prodotti di importazione, trovati da Staf e Meri. Questa coppia italiana di content creator, in effetti, ha notato che i prezzi dei prodotti italiani negli Stati Uniti sono decisamente più alti che a Parigi, dove i due vivono. Un dentifricio italiano, secondo quanto testimoniato dai due, a Parigi costa 4 euro, mentre a New York ben 14 dollari. Ma ci sono anche altri prezzi da citare. Nel primo negozio, ad esempio, la coppia ha trovato confezioni di tonno in scatola, di un famosissimo marchio italiano, a un costo che va dai 6 dollari e 99 a 10 dollari e 99.

Una confezione di cracker di un marchio altrettanto famoso, che i content creator hanno rivelato non trovarsi facilmente in Francia, costa ben 6 dollari, quando in Italia si può trovare anche alla metà del prezzo, se non anche meno. Da succhi di frutta a 5 dollari, fino ai pacchi di pasta, che vanno dai 2 dollari e 99 ai 3 dollari e 79 per confezione singola. Ma i prezzi che colpiscono di più, sono quelli dei pacchi di biscotti e dei barattoli di pesto. Ciascuna confezione di biscotti di un famoso marchio italiano come la Mulino Bianco, infatti, può costare dai 5 dollari e 49 ai 7 dollari e 99, con i Nutella Biscuits che arrivano anche a 12 dollari. Un solo barattolino di pesto De Cecco, invece, costa 6 dollari.
Costi altissimi, ma giustificati
Le confezioni di pesto e biscotti, insomma, costano dalle due alle tre volte in più che in Italia: un prezzo davvero alto. Come abbiamo già detto, però, il prezzo più alto dei prodotti italiani venduti all’estero deriva da una complessa combinazione di fattori economici, logistici e di mercato. La distanza geografica incide in modo diretto: spedire merci in Paesi lontani come gli Stati Uniti comporta costi di trasporto marittimo o aereo, dazi e tempi di consegna più lunghi rispetto a destinazioni europee come la Francia.
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Anche il mercato locale influisce: a New York, il costo della vita e dei locali commerciali è superiore, e questo si riflette sui listini. Lungo la filiera, tasse, dazi doganali e margini degli intermediari fanno lievitare ulteriormente i prezzi. Nonostante ciò, la percezione di autenticità e esclusività del Made in Italy spinge molti consumatori a pagare di più per trovare o ritrovare i sapori originali italiani.
