Più di trent’anni prima dell’uscita di After the Hunt, il nuovo film di Luca Guadagnino, Julia Roberts era già una ‘regina del brivido‘: riscopritela in questo thriller, disponibile su RaiPlay.
Il 16 ottobre 2025 è uscito al cinema After the Hunt – Dopo la caccia. Il nuovo film di Luca Guadagnino è un thriller psicologico emozionante e dal fascino incredibile, che vede come protagonista una sempre grandissima Julia Roberts, nel ruolo di una professoressa di filosofia. Insieme a lei, un cast ricco di attori amatissimi, come Ayo Edebiri, Andrew Garfield e Chloë Sevigny. In questo articolo, però, ci concentriamo su Julia Roberts, e in particolare su un film uscito nel 1991, che dimostra quanto l’attrice americana, diventata iconica per i suoi ruoli in alcune delle commedie romantiche più famose di sempre, sia sempre stata portata anche per i lungometraggi più elettrizzanti e ricchi di suspense.
Il film in questione è ‘A letto con il nemico‘. Conosciuto in originale come Sleeping with the Enemy, questo film è un thriller psicologico diretto da Joseph Ruben e scritto da Ron Bass, ispirato al romanzo di Nancy Price. Girato negli Stati Uniti, unisce suspense e dramma interiore, offrendo uno sguardo lucido e disturbante sulla violenza domestica, un tema che nei primi anni Novanta non era ancora trattato con la dovuta attenzione nel cinema mainstream. La regia di Ruben è essenziale ma precisa: alterna momenti di tensione crescente a pause più intime, costruendo un equilibrio tra emozione e paura che tiene lo spettatore costantemente in allerta.
Su RaiPlay, un thriller da brividi con Julia Roberts: molto prima di ‘After the Hunt‘
La storia ruota attorno a Laura Burney (Julia Roberts), una giovane donna che vive in una villa affacciata sull’oceano a Cape Cod insieme al marito Martin (Patrick Bergin), un affascinante uomo d’affari, ma dal carattere ossessivo e violento. Dietro l’apparente perfezione di quella vita coniugale si nasconde un quotidiano di controllo e terrore. Ogni dettaglio domestico, dalle tende perfettamente allineate agli asciugamani piegati con precisione, diventa per Laura un simbolo di prigionia. Dopo anni di paura, la donna pianifica una fuga rischiosa: durante una gita in barca approfitta di una tempesta per simulare un incidente e far credere di essere morta.

Scomparsa dal mondo che la opprimeva, Laura assume una nuova identità, quella di Sara Waters, e si trasferisce in una cittadina del Midwest. Qui tenta di ricostruire la propria esistenza con discrezione, trovando nella serenità quotidiana un lento ritorno alla vita. L’incontro con Ben (Kevin Anderson), un insegnante gentile e rispettoso, le offre per la prima volta una parvenza di normalità e affetto sincero. Tuttavia, il suo passato non tarda a riaffiorare: Martin scopre la verità e, accecato dall’ossessione, decide di ritrovarla. Il confronto tra i due, costruito con sapiente tensione, culmina in un finale drammatico dove la paura lascia spazio al coraggio e alla liberazione.
Un film importantissimo per Julia Roberts
Il film segna una tappa cruciale nella carriera di Julia Roberts. Dopo il successo romantico di Pretty Woman (1990), l’attrice abbandona i toni leggeri della commedia per affrontare un ruolo complesso e doloroso. La sua interpretazione di Laura Burney è intensa e credibile: la paura, la fragilità e la forza emergono con naturalezza, delineando un personaggio realistico e umano. Roberts trasmette l’angoscia silenziosa di chi vive intrappolato nella violenza e, allo stesso tempo, la determinazione di chi sceglie di rinascere. La sua performance contribuisce in modo decisivo al successo internazionale del film, che superò i 150 milioni di dollari d’incasso mondiale, imponendosi come uno dei thriller più discussi dell’epoca. “A letto con il nemico” conferma la versatilità dell’attrice, capace di spaziare tra generi diversi con la stessa naturalezza.
Nei film romantici come Notting Hill o Il matrimonio del mio migliore amico, la Roberts incarna leggerezza e ironia, mentre nelle opere drammatiche, come in questo caso o in Erin Brockovich, dimostra una profonda capacità di introspezione. La sua Laura Burney è il simbolo di una donna che affronta l’abuso non solo con la paura, ma con il desiderio di riappropriarsi della propria identità. Il film mantiene ancora oggi un forte impatto emotivo. Oltre alla tensione narrativa, offre un ritratto realistico dell’emancipazione femminile e della difficoltà di spezzare i legami della dipendenza psicologica. La regia evita il sensazionalismo e lascia che siano i gesti, gli sguardi e i silenzi a raccontare la violenza, mentre la colonna sonora accompagna con discrezione l’evolversi delle emozioni. Potete guardarlo su RaiPlay, e ve lo consigliamo assolutamente.