In Giappone, la frutta è considerata un bene di lusso: ecco quanto costa e perché ha un prezzo così alto.
Come in molti Paesi al mondo, anche in Giappone la differenza dei prezzi tra le città più grandi e le altre località è notevole. Il costo della vita a Tokyo, capitale del Paese del Sol Levante, è, ad esempio, decisamente più alto che in altre cittadine più piccole come Fukuoka o Nagoya, e paragonabile a grandi città occidentali come Parigi o Milano. In ogni caso, di norma, il costo della vita in Giappone non è particolarmente diverso dal costo di vita in Italia, con Tokyo che supera di poco Milano. La capitale giapponese si distingue, per esempio, per spese alimentari e trasporti più alti, mentre Milano mantiene il primato per affitti e immobili, con prezzi tra i più elevati d’Europa.
A Tokyo, quindi, la quotidianità costa di più, soprattutto nei supermercati e nei servizi, ma chi vive a Milano deve comunque fare i conti con abitazioni considerate di lusso e un trasporto privato dispendioso. Le differenze ci sono, dunque, tra queste due città, ma gli stipendi giapponesi più alti e alcuni prezzi più bassi nel Paese del Sol Levante, non fanno avvertire, in generale, una differenza così enorme tra i due Paesi. Ci sono, però, delle eccezioni, con differenze di prezzi notevoli. Una di queste è la differenza nel prezzo della frutta, che in Giappone è considerata un bene di lusso.
Giappone: il costo della frutta è davvero altissimo
Lo ha rivelato una nota content creator italiana, Sara Rimondi di The Travelization, in viaggio in Giappone. L’esperta ha, infatti, mostrato come nei supermercati giapponesi, il prezzo della frutta fosse davvero altissimo: un cesto d’uva, con qualche grappolo, ha, ad esempio, un prezzo di 4800 yen, e cioè più di 27 euro. Un cestino di mele ha, invece, il costo di circa 10 euro, mentre le prugne, che sono più economiche, costano comunque 1300 yen, e quindi quasi 8 euro. Per i giapponesi, spiega l’esperta, la frutta è considerata un bene di lusso, e viene addirittura portata come regalo costoso agli amici e alle persone care, tanto che nei supermercati si trovano dei pacchi regalo con frutta varia, al prezzo di circa 20 euro.

L’esperta sottolinea che la frutta deve essere perfetta, e ogni minimo difetto rende i frutti invendibili: se un frutto è ammaccato, rivela l’esperta, non arriva nemmeno al supermercato.Tra le ragioni per cui Giappone la frutta è considerata un bene di lusso, c’è la cotivazione, condotta in modo quasi artigianale: gli agricoltori selezionano ogni frutto, lo impollinano e potano manualmente, lo proteggono con cura e scartano ogni esemplare imperfetto.
La ricerca della perfezione
Questa attenzione maniacale alla forma e alla brillantezza trasforma i frutti in veri oggetti di pregio. Nella cultura giapponese, aggiunge l’esperta, offrire frutta di qualità è un gesto di rispetto e gratitudine, paragonabile al dono di un profumo o di un vino pregiato. Nei negozi specializzati, come Sembikiya o Shinjuku Takano, meloni, pesche e uva vengono esposti come opere d’arte, con prezzi che raggiungono cifre altissime: si possono trovare addirittura meloni a 150 euro, o grappoli d’uva perfettamente rotondi addirittura a 80 euro. A incidere ulteriormente, spiega infine Sara Rimondi, è la scarsità di terreno agricolo pianeggiante: i costi del suolo sono elevati e le aziende, troppo piccole per la produzione di massa, rendono ogni frutto un lusso esclusivo.
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