Università: i permessi per lavoratori studenti valgono anche se è telematica? Esperta fa chiarezza

È possibile far valere i permessi per studenti lavoratori, utili a seguite i corsi accademici, anche se si frequenta un’università telematica? Una nota legale fa chiarezza.

In Italia i permessi per lavoratori studenti rappresentano uno strumento giuridico volto a conciliare attività professionale e percorso formativo. La normativa riconosce la possibilità di dedicare tempo allo studio senza dover rinunciare al lavoro, offrendo così un sostegno concreto al diritto alla formazione. I dipendenti che frequentano corsi scolastici, universitari o di formazione professionale hanno accesso a un monte ore preciso, che spesso è un massimo di 150 ore di permesso, retribuito in un triennio, utilizzabili entro il limite del 3% del personale a tempo indeterminato. Queste ore sono valide solo se le lezioni si svolgono durante l’orario di lavoro, mentre non si applicano a corsi serali o telematici privi di obbligo di presenza.

Un capitolo centrale riguarda gli esami universitari. Il lavoratore ha diritto a giornate di permesso retribuito per ogni prova, indipendentemente dal contratto collettivo, poiché il datore non può opporsi. In genere vengono concessi uno o due giorni per esame, includendo talvolta il tempo necessario agli spostamenti verso la sede universitaria. Oltre agli esami, come già anticipato, i permessi possono coprire anche la frequenza delle lezioni, dei seminari e dei laboratori, a condizione che siano previsti obblighi di presenza. Queste norme valgono per le università che hanno una sede fisica, mentre per le università telematiche, la situazione è un po’ diversa.

Università telematiche: ecco quando si possono far valere i permessi per studenti lavoratori

A parlare di questo argomento è stata una nota esperta di diritto del lavoro, l’avvocato Wanda Falco. L’esperta ha spiegato che, spesso, i corsi delle università telematiche si seguono in modalità asincrona, e cioè possono essere seguiti a qualsiasi orario si voglia. Nel caso sia previsto questo tipo di flessibilità, spiega l’esperta, non si potrà accedere ai permessi per studenti lavoratori. Questo perché allo studente lavoratore è data la possibilità di organizzarsi con gli orari, in modo tale da non perdere né i corsi, né le ore lavorative. Non tutti gli atenei telematici, però, sono così: in alcuni casi, infatti, vi sono dei corsi che devono essere seguiti obbligatoriamente in un determinato orario e in un determinato giorno, seppur da casa e non in sede. In questo caso, il dipendente può richiedere il permesso.

Per farlo, però, il lavoratore dovrà dimostrare di non poter seguire il corso in un altro momento, fornendo documentazione e attestato di frequenza. Sul piano pratico, in generale, il lavoratore deve fornire documentazione che attesti iscrizione, frequenza e convocazioni ai corsi, così come agli esami. Il datore può richiedere certificazioni ufficiali dagli enti formativi. Se questi verranno forniti, e saranno effettivamente coerenti con la necessità di chiedere il permesso, quest’ultimo potrà essere accordato, che si tratti di università telematica o meno, e che si tratti di esame universitario o frequenza in un corso universitario.

Università telematica permessi
L’avvocato Wanda Falco rivela quando si possono chiedere i permessi, anche nel caso di università telematica.