Il mondo del cinema saluta uno dei suoi più grandi esponenti, Robert Redford: per celebrare la sua vita e la sua carriera, vi consigliamo di guardare su RaiPlay il suo ultimo film da regista.
All’età di 89 anni, si è spento oggi, martedì 16 settembre 2025, Robert Redford. Vincitore di due Premi Oscar, di cui uno come miglior regista e l’altro per la sua intera carriera, l’artista di Santa Monica, in California, ha lavorato nel mondo del cinema per sessanta, incredibili anni. Dopo aver graziato per la prima volta il grande schermo con il suo meraviglioso ed espressivo volto, nel film ‘Caccia di guerra‘, del 1962, Robert Redford ha continuato a lavorare davanti e anche dietro la cinepresa fino a pochi anni dalla sua scomparsa. Attore e regista di gran classe e abilità, Redford è stato anche produttore, doppiatore e tra le figure chiave dietro lo sviluppo di uno dei più importanti festival di cinema indipendente, il Sundance Film Festival.
Per celebrare la sua incredibile carriera, in questo articolo parliamo del suo ultimo film da regista, e cioè La regola del silenzio – The Company You Keep, uscito nel 2012. Questo film, diretto e interpretato da Robert Redford, è un thriller che intreccia memoria e attualità, ponendo al centro la riflessione sul peso delle scelte. L’opera rappresenta l’ultima grande prova dell’artista, dietro la cinepresa, e si colloca come una sorta di testamento cinematografico, in grado di celebrare l’intera carriera di un autore che ha sempre cercato di unire cinema e impegno civile. Il film, oggi disponibile su RaiPlay, consente di riscoprire la forza espressiva di un interprete capace di dare spessore e malinconia al proprio personaggio.
Robert Redford nel suo ultimo film da regista su RaiPlay
La vicenda segue Jim Grant, stimato avvocato e padre single, che conduce un’apparente esistenza serena nei sobborghi. In realtà dietro questa maschera si cela Nick Sloan, ex militante dei Weather Underground, gruppo radicale degli anni Settanta accusato di omicidio durante una rapina. La sua identità viene smascherata da Ben Shepard, giovane giornalista desideroso di affermarsi, interpretato da Shia LaBeouf. La rivelazione lo costringe a fuggire, con l’obiettivo di provare la propria innocenza e proteggere la figlia. Per farlo, è costretto a ritrovare Mimi Lurie, compagna di un tempo, unica testimone capace di scagionarlo. Questo viaggio riapre ferite mai rimarginate e lo obbliga a confrontarsi con un passato che non ha mai smesso di pesare.

Alla regia, Redford imprime un tono sobrio e misurato, prediligendo il lato umano ai facili colpi di scena. Il ritmo procede con passo riflessivo, mettendo in risalto emozioni e contraddizioni più che l’azione spettacolare. L’attenzione si concentra sul trascorrere del tempo, sul valore delle responsabilità e sul conflitto tra ideali e disillusioni. Il personaggio di Redford appare malinconico, ma profondamente legato a una generazione che ha tentato di cambiare il mondo e si ritrova a fare i conti con le conseguenze di quelle lotte.
Il ruolo di Shia LaBeouf e perché guardare il film
Shia LaBeouf, nei panni del reporter, incarna la tensione opposta: l’ambizione giovanile di emergere con uno scoop si scontra con la scoperta della complessità morale altrui. La sua figura diventa un contrappunto narrativo, una voce più cinica e pragmatica, che nel corso del film evolve verso una riflessione sul significato della giustizia. L’incontro tra i due mondi, quello dell’idealismo del passato e quello della ricerca di visibilità contemporanea, produce un dialogo generazionale che arricchisce la trama. La pellicola è stata presentata fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia e al Toronto International Film Festival, ricevendo consensi per la solidità della regia e la forza interpretativa. Ha ottenuto riconoscimenti come il Premio Vittorio Veneto Film Festival e l’Open Prize di Venezia, oltre a candidature agli Artios Award per il casting e ad altri premi di settore.
“La regola del silenzio” rimane, quindi, un film che invita a meditare sul legame tra passato e presente, sul significato della memoria e sul peso delle scelte individuali. Guardarlo significa lasciarsi trasportare da una storia intensa, segnata da tensione morale e da una rara profondità interpretativa. È anche l’occasione per ammirare l’ultima regia di un grande autore, che conclude il proprio percorso con un’opera capace di fondere emozione e riflessione. Su RaiPlay, questa visione diventa un invito a ricordare e a riscoprire il talento e la sensibilità di una vera icona del cinema mondiale.