Alcuni smalti non sono più vendibili dal primo settembre 2025 in tutta l’Unione Europea, e chi li possiede non dovrebbe più usarli: farmacista spiega perché e tutti i dettagli.
Gli smalti per unghie hanno numerose funzioni: nati per colorare e abbellire le mani, hanno progressivamente assunto funzioni di protezione e rinforzo, nonché di correzione delle imperfezioni. L’evoluzione delle formule ha ampliato le possibilità, permettendo di scegliere tra prodotti estetici, curativi o pensati per specifiche esigenze di durata. Lo smalto classico resta il più diffuso per praticità: si applica e si rimuove facilmente, dura alcuni giorni e può essere completato con basi rinforzanti o top coat che aumentano la resistenza. Accanto a questo si trovano le versioni curative, arricchite con attivi rinforzanti per unghie fragili, oppure quelle ad acqua, più delicate e adatte a chi presenta sensibilità ai solventi.
Negli ultimi anni hanno avuto successo gli smalti a effetto gel, che garantiscono brillantezza e un aspetto bombato senza lampada, e le formulazioni a rapida asciugatura, ideali per chi dispone di poco tempo. Sono sempre più richiesti anche gli smalti vegan e clean, privi di sostanze potenzialmente irritanti. Un capitolo a parte riguarda gli smalti semipermanenti, scelti da chi desidera una manicure perfetta per settimane. Si applicano come uno smalto tradizionale, ma richiedono polimerizzazione sotto lampada UV o LED. Offrono brillantezza e durata fino a tre settimane, con una vasta gamma di colori e finiture. La rimozione deve essere accurata, spesso tramite solventi o impacchi specifici, così da rispettare la lamina naturale, soprattutto nelle formule “free” da ingredienti sensibilizzanti. Proprio di smalti semipermanenti parleremo in questo articolo, in merito a una nuova decisione dell’Unione Europea.
Ecco gli smalti che non sono più in commercio e che dovrebbero essere buttati: la raccomandazione del farmacista
Dal primo settembre 2025, in particolare, la vendita di smalti semipermanenti con TPO è stata vietata in tutta l’Unione Europea. Come spiegato da un noto farmacista, e cioè il dottor Vincenzo Spinelli, il TPO è un fotoiniziatore, che ha la capacità di far indurire gli smalti sotto la lampada UV. Pur funzionando bene, questa sostanza è potenzialmente tossica per la riproduzione: è così che è stato classificato dall’Unione Europea e, proprio per questo, adesso i prodotti che lo contengono non possono più essere venduti. Il dottor Spinelli precisa, però, che non bisogna cadere in inutili allarmismi, poiché le quantità di TPO presenti negli smalti erano minime e non risultano evidenze di danni clinici. Tuttavia, in Europa vige il cosiddetto principio di precauzione, che impone di eliminare un ingrediente anche solo sospettato di possibili effetti nocivi.

La nuova normativa, inoltre, non riguarda solo la vendita, ma anche la produzione e l’utilizzo dei prodotti contenenti TPO. I centri estetici sono tenuti a smaltire correttamente le rimanenze e, allo stesso modo, l’uso domestico di questi smalti non è più consentito. Per questo motivo, le confezioni già acquistate devono essere considerate rifiuti da eliminare e non più articoli cosmetici validi: è consigliato, dunque, controllare la presenza del TPO sulle etichette dei propri smalti, ed eventualmente gettarli.
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I controlli rigidi dell’Unione Europea
Questa decisione conferma quanto i controlli sui cosmetici in Europa siano rigorosi e tra i più severi al mondo. Ogni sostanza sospetta viene, infatti rapidamente sottoposta a revisione e, se classificata come potenzialmente rischiosa, è bandita dal mercato. L’obiettivo resta quello di garantire la massima tutela della salute pubblica, anche in assenza di prove certe di pericolosità. Per i consumatori, ciò significa maggiore sicurezza e la garanzia che i prodotti disponibili sugli scaffali siano in linea con standard elevati di qualità e affidabilità. Una scelta che rafforza ulteriormente la fiducia nei sistemi di regolamentazione europei.