Lavoro: il tuo collega puzza? L’avvocato: “C’è solo una cosa da fare”

Cosa fare se il tuo collega, a lavoro, puzza? La guida dell’avvocato e i dettagli.

L’igiene personale non rappresenta soltanto una questione di benessere individuale, ma un vero e proprio dovere sociale. Lavarsi regolarmente significa prevenire la diffusione di germi e infezioni, tutelare la salute psicologica e preservare la qualità delle relazioni. La cura del corpo diventa così anche una forma di rispetto verso chi condivide gli stessi spazi, contribuendo a garantire ambienti più sani e sereni. Un odore corporeo persistente, spesso legato a scarsa igiene o a patologie dermatologiche come la bromidrosi, può generare forte disagio negli altri. Questo porta a imbarazzo, repulsione ed evitamento sociale, con conseguente isolamento o difficoltà a mantenere rapporti equilibrati. In contesti di convivenza quotidiana, come mezzi pubblici, scuole o palestre, il problema può intaccare la qualità della vita, causando tensioni o allontanamenti.

La situazione assume particolare rilievo negli ambienti di lavoro. Un dipendente che trascuri l’igiene personale rischia di compromettere il clima aziendale e il benessere dei colleghi, alimentando malumori e calo della produttività. Di fronte a lamentele ripetute, l’azienda deve intervenire per salvaguardare un contesto salubre e rispettoso. Dopo richiami formali, la persistenza del problema può portare anche a  provvedimenti disciplinari di diversa gravità. Ma cosa possono fare i colleghi che si trovano di fronte a questo problema? Ne ha parlato un noto esperto di legge e diritto, l’avvocato Giuseppe Di Palo.

Cosa fare se il tuo collega puzza? La risposta dell’avvocato

Prima di tutto, l’esperto ha spiegato che i colleghi devono agire solo nel caso in cui si tratti di situazioni persistenti e continue nel tempo. Qualora si trattasse di casi isolati, infatti, il problema non potrebbe essere considerato talmente grave e fastidioso da prevedere un intervento da parte dei superiori. Quando, però, il problema si presentasse spesso, allora il lavoratore potrebbe intervenire. L’avvocato ha spiegato che la legge italiana non ha un articolo specifico sul cattivo odore, ma protegge il diritto fondamentale a un ambiente di lavoro sano e sicuro per tutti i dipendenti. Di conseguenza, i colleghi hanno degli strumenti per agire, e il datore ha il dovere di intervenire.

Collega puzza
Il consiglio dell’avvocato Giuseppe Di Palo.

In particolare, il punto di riferimento principale è l’articolo 2087 del Codice Civile, il quale obbliga il datore di lavoro a tutelare la salute e il benessere psicofisico di tutti i suoi dipendenti, e un odore personale particolarmente sgradevole e persistente può rendere l’ambiente di lavoro insalubre, pregiudicando la serenità e la concentrazione degli altri lavoratori. Per questo, la cosa giusta da fare non è affrontare direttamente il collega, dato che quest’azione potrebbe creare imbarazzo o tensioni, ma segnalare la situazione in maniera riservata al proprio responsabile, all’ufficio delle risorse umane o al rappresentante dei lavoratori.

Sarà, a questo punto, compito del responsabile gestire la questione, con la massima delicatezza e nel pieno rispetto della privacy, magari attraverso un colloquio privato per capire l’origine del problema. Questa, infatti, potrebbe essere causata anche da un problema di salute del collega. Il datore di lavoro dovrà, dopodiché, trovare una soluzione che tuteli la dignità di tutti, e che ripristini un ambiente lavorativo sereno e salubre.