A molte persone sarà capitato di dover stappare una bottiglia di vino, ma di non trovare il cavatappi: un noto professore di fisica rivela come fare senza questo strumento.
La bottiglia di vino trova nel tappo di sughero la sua chiusura più tradizionale ed efficace. L’inserimento avviene comprimendo il tappo tramite apposite macchine che lo lubrificano e lo spingono nel collo della bottiglia. In pochi secondi il sughero si espande, garantendo un’aderenza perfetta e una sigillatura sicura. Questa semplicità tecnica ha reso il sistema estremamente diffuso, oltre che duraturo. Il sughero si distingue per diverse qualità che ne spiegano il primato. La sua impermeabilità impedisce la fuoriuscita del vino anche con bottiglie conservate in posizione orizzontale, preservando il contenuto da perdite. L’elasticità rappresenta un altro elemento cruciale: il materiale si adatta alle variazioni del collo dovute a sbalzi di temperatura e assicura stabilità alla chiusura nel corso degli anni.
Un ruolo fondamentale è svolto dalla micro-ossigenazione. Il sughero consente un limitato scambio gassoso che favorisce la maturazione dei vini pregiati, migliorandone struttura, bouquet e complessità aromatica. Si tratta di un dettaglio che incide profondamente sulla qualità finale, rendendo questo tappo indispensabile per le bottiglie destinate all’invecchiamento. Non meno rilevante è il valore culturale e simbolico: il sughero evoca tradizione, qualità e autenticità. Spesso personalizzato con il marchio della cantina, diventa un segno di riconoscimento e uno strumento di marketing. A questo si aggiunge l’aspetto ambientale, poiché il sughero è una risorsa naturale, rinnovabile e biodegradabile, capace di ridurre l’impatto ecologico rispetto ad alternative sintetiche. Per togliere il tappo di sughero, solitamente, si usa il cavatappi: questo è lo strumento più facile da usare e più efficace. Ma cosa fare quando non lo troviamo o non è disponibile?
Aprire la bottiglia senza cavatappi è possibile: esperto spiega il trucco geniale
A rivelare un metodo per stappare la bottiglia senza cavatappi, è stato un noto esperto di fisica, il professor Vincenzo Schettini. Servono, in particolare, tre strumenti: una forchetta, un coltello e una padella. Per l’utilizzo del coltello, che deve essere affilato, sottile e appuntito per rendere più efficace questo trucco, raccomandiamo di prestare attenzione a non ferirsi. Prima di tutto, spiega l’esperto, bisognerà infilare il coltello dentro il tappo, e dare dei piccoli colpi secchi per farlo entrare meglio. Ci si può aiutare con una padella, per dare dei colpi più efficaci. La fisica, in questo caso, parla di forze impulsive.

Poi, bisognerà infilare la forchetta in maniera perpendicolare al coltello, e poi si dovrà far ruotare la bottiglia, tenendo forchetta e coltello fermi, in maniera tale da usare la mano come vincolo. La fisica spiega che con la mano verrà esercitata una forza vincolare, che impedirà a questo sistema di muoversi, e con l’altra mano verrà esercitata una forza per far ruotare la bottiglia. In questo modo, la forza della mano si trasferirà all’interno del tappo, che, se è abbastanza intensa, riesce a vincere la forza d’attrito statico tra tappo e bottiglia. Quando la bottiglia sarà in movimento, e in particolare in rotazione, tra tappo e bottiglia agirà la forza di attrito dinamico, che è più bassa di quello statico: pertanto, sarà più facile vincere la forza d’attrito tra tappo e bottiglia, e, sollevando il tappo mentre ruotiamo, con la forza vincolare riusciremo a facilitare la fuoriuscita del tappo stesso.
Visualizza questo post su Instagram