Su RaiPlay c’è un magnetico Fabrizio Gifuni: un’incredibile storia vera che vale la pena vedere e conoscere.
Fabrizio Gifuni si cala nei panni di Alcide De Gasperi in una delle più intense fiction italiane dedicate alla storia del Novecento: “De Gasperi – L’uomo della speranza”. Diretta da Liliana Cavani nel 2005, questa miniserie in due puntate riporta sul piccolo schermo la figura di uno dei padri fondatori della Repubblica Italiana, restituendo al pubblico non solo il politico, ma soprattutto l’uomo, con le sue fragilità e la sua forza morale. Se amate Gifuni, tra l’altro, non potete perdere quest’altro capolavoro con Mastandrea.
Liliana Cavani, regista da sempre attenta ai grandi protagonisti della storia e della coscienza civile italiana, sceglie un taglio narrativo asciutto, privo di retorica, che attraversa le tappe decisive della vita di De Gasperi. Dalla sua nascita nel Trentino ancora sotto l’impero austro-ungarico, agli anni di formazione a Vienna, il racconto segue il percorso di un giovane che, mosso da ideali di libertà e giustizia, sceglie la strada dell’impegno politico.
La fiction Rai con Fabrizio Gifuni: la storia vera da recuperare
Gifuni interpreta De Gasperi con una misura rara nel panorama televisivo italiano. Lontano dai toni enfatici, restituisce un protagonista sobrio e determinato, capace di mantenere saldi i propri principi anche nei momenti più bui. La consulenza storica di Maria Romana De Gasperi, figlia dello statista, offre ulteriore autenticità al racconto, che si distacca dai toni agiografici e restituisce un ritratto umano e credibile.
La fiction ripercorre i momenti chiave della parabola politica di De Gasperi: il suo impegno nel Partito Popolare di don Luigi Sturzo, la dura opposizione al fascismo che lo porta alla marginalizzazione politica, alla prigionia e infine a un lungo periodo di silenzioso lavoro nella Biblioteca Vaticana. È proprio questa fase di apparente oscurità che rivela il carattere di De Gasperi: un uomo che non cerca il potere fine a sé stesso, ma che crede fermamente nel servizio alla collettività.

Durante la Seconda guerra mondiale, De Gasperi torna al centro della scena entrando nel Comitato di Liberazione Nazionale. Dopo la caduta del fascismo, guida il Paese nella fase più delicata della sua storia: la transizione dalla monarchia alla Repubblica. Come Presidente del Consiglio, affronta le sfide della ricostruzione materiale e morale dell’Italia, segnando la rinascita democratica di un popolo ancora segnato dalle ferite della dittatura e della guerra.
La fiction non si limita a raccontare il politico. Attraverso scene di vita familiare e dialoghi intimi, emerge il lato più privato di De Gasperi: marito affettuoso, padre premuroso, nonno attento. La sua profonda fede cristiana non è mai ostentata, ma guida silenziosamente le sue scelte, sempre nel rispetto delle istituzioni laiche. In un’Italia lacerata da contrapposizioni ideologiche, De Gasperi si distingue per equilibrio e pragmatismo. Rifiuta ogni estremismo e cerca con ostinazione il dialogo e il compromesso virtuoso.
Perché vale la pena vederla
Un episodio centrale della narrazione è il rifiuto, coraggioso e isolante, di stringere un’alleanza con i neo-fascisti suggerita dal Vaticano per contrastare i comunisti nelle elezioni amministrative di Roma. De Gasperi non cede alla logica dei fini che giustificano i mezzi. Preferisce rischiare la sconfitta elettorale pur di non tradire i propri valori. È proprio in scelte come questa che si rivela la sua integrità morale. La miniserie si chiude con il ritiro di De Gasperi dalla scena pubblica e con la sua morte nel 1954.
I funerali, partecipatissimi, diventano l’immagine simbolica del legame profondo tra lo statista e il popolo italiano. Una figura che, pur lontana dai clamori mediatici, aveva saputo conquistare il rispetto e l’affetto di un’intera nazione. “De Gasperi – L’uomo della speranza” non è solo un racconto biografico. È il ritratto di un’Italia che cerca di rialzarsi, che prova a ricostruire se stessa sulle macerie morali e materiali del fascismo e della guerra. De Gasperi incarna un modello di leadership sobria e lungimirante, lontana dall’arroganza del potere e vicina ai bisogni concreti delle persone. La sua eredità vive ancora oggi nei valori democratici e nella vocazione europea dell’Italia.