Strofinacci da cucina, l'errore che fanno tutti: "Accumulano batteri, residui e odori"

Ogni quanto lavare e cambiare gli strofinacci da cucina? I consigli dell’esperto Luca Guidara e l'errore che fanno tutti, almeno una volta.

In cucina, l’igiene parte anche dai piccoli gesti quotidiani. Lo strofinaccio, che usiamo anche decine di volte al giorno, può trasformarsi in poche ore in un pericoloso ricettacolo di batteri e sporco. A spiegarlo è Luca Guidara, esperto di cura per la casa molto seguito sui social con il profilo @luca.guidara, che ha chiarito una volta per tutte quanto spesso dovremmo cambiare e lavare gli strofinacci da cucina.

Strofinacci da cucina, c'è un errore che fanno tutti: attenzione all'igiene

Uno degli errori più comuni è usare lo stesso strofinaccio per tutto. Invece, ogni panno deve avere un compito preciso: uno per le mani, uno per i piatti, uno per le superfici. Mischiare gli utilizzi è pericoloso perché aumenta il rischio di contaminazione incrociata. Asciugare le mani dopo aver maneggiato alimenti crudi o pulire una superficie sporca può trasferire batteri ovunque, inclusi i piatti puliti. La regola principale dell’esperto, inoltre, è chiara: uno strofinaccio non andrebbe mai usato per più di due giorni consecutivi.

Anche se appare pulito, in realtà può già essere carico di germi invisibili a occhio nudo. Gli strofinacci entrano in contatto con mani, piatti, superfici e alimenti crudi, accumulando in poche ore residui di cibo, batteri e microrganismi potenzialmente pericolosi. Se vengono usati per attività più “rischiose”, come asciugare utensili che hanno toccato carne cruda o pesce, dovrebbero essere cambiati ancora più spesso. E se hai dubbi? Guidara, fortunatamente non ne ha: meglio sostituirlo subito, è più igienico e rende anche la cucina più curata e piacevole da vedere. L'esperto ha anche suggerito, a proposito di cucina, ogni quanto cambiare le spugne.

strofinacci cucina
Strofinacci da cucina, l'esperto sui social. Fonte: Instagram

Durante l’uso quotidiano, gli strofinacci assorbono batteri, germi e residui di cibo perché vengono spesso usati in modo indistinto su mani, superfici e stoviglie. Se poi restano umidi, diventano l’ambiente ideale per la proliferazione di microrganismi. L’umidità favorisce la crescita di batteri, funghi e muffe che possono trasferirsi facilmente su piatti, utensili e superfici della cucina.

Il lavaggio corretto: temperatura e prodotti

Quando arriva il momento di lavarli, non basta un semplice risciacquo. Guidara consiglia un lavaggio a 60 gradi con un detersivo igienizzante, una temperatura che elimina efficacemente la maggior parte dei batteri. Se lo strofinaccio è colorato, è importante evitare la candeggina, che potrebbe rovinarne i colori e i tessuti. Meglio scegliere prodotti specifici che rispettino sia l’igiene che la qualità del tessuto.

In estate, con il caldo e l’umidità che aumentano la velocità di proliferazione dei batteri, sarebbe opportuno cambiare gli strofinacci anche più spesso. Lo stesso vale se la cucina è particolarmente attiva e lo strofinaccio viene usato molte volte al giorno. In questi casi, due giorni rappresentano davvero il limite massimo. Cambiare frequentemente gli strofinacci e lavarli correttamente è una buona abitudine che protegge tutta la famiglia. La cucina è il cuore della casa e merita cure costanti e, per questo, trascurare i dettagli può trasformare un ambiente sicuro in un luogo dove i batteri si moltiplicano senza controllo.