Stasera in tv, impossibile trattenere le lacrime: la storia vera di un genio

Stasera in tv c'è un film unico e commovente che vale la pena vedere: racconta la vera storia di un genio della neurochirurgia.

C’è un motivo preciso per cui Il dono – Gifted Hands non è solo un altro film biografico da prima serata. Questa pellicola del 2009, diretta da Thomas Carter, è uno di quei rari racconti capaci di unire emozione, ispirazione e un forte impatto umano in una storia vera. In onda stasera in tv, Il dono è il tipo di film che non solo si guarda, ma si vive e per questo lascia anche il segno.

Al centro della narrazione c’è la straordinaria vicenda di Ben Carson, interpretato da un intenso Cuba Gooding Jr. Non si tratta di un eroe di fantasia, ma di un uomo in carne e ossa che ha cambiato la storia della medicina, diventando uno dei più famosi neurochirurghi del mondo. Ma il film non inizia con un camice bianco e un bisturi in mano. Parte molto prima, nei sobborghi più poveri di Detroit, dove la speranza sembra un lusso che pochi possono permettersi.

Stasera in tv, l'incredibile storia vera di un genio: impossibile non piangere

Stasera in tv, 6 luglio 2025, va in onda Il dono su Tv2000 (canale 28 del digitale terrestre), alle ore 21.37. Ben Carson è un bambino come tanti, ma senza privilegi. Cresce in una famiglia afroamericana svantaggiata, con una madre che non sa leggere né scrivere. Ma Sonya Carson, interpretata con forza e delicatezza da Kimberly Elise, è il vero motore della sua trasformazione. Decide che i suoi figli non saranno vittime di un destino già scritto. Li spinge a studiare, a sognare, a superare i limiti imposti da una società ancora profondamente razzista.

La prima parte del film si concentra su questi anni difficili. Le crisi di rabbia, i voti bassi, la sensazione di non essere “abbastanza”. Ma proprio quando tutto sembra perduto, Ben scopre il potere della lettura. Grazie alle scelte drastiche della madre, come spegnere per sempre la tv e obbligarlo a frequentare la biblioteca, il giovane Carson inizia a risalire. Così da “ultimo della classe” diventa uno studente modello. Il salto di qualità arriva con Yale, dove Ben ottiene una borsa di studio. Da lì, l’ingresso nella scuola di medicina e la specializzazione in neurochirurgia al prestigioso Johns Hopkins Hospital. Il film segue passo dopo passo questa ascesa, ma non si limita a celebrare il talento.

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Una scena del film Il dono

Mostra anche il peso della responsabilità, i dubbi, le paure, i sacrifici personali. A sostenere Ben c’è sempre sua moglie Candy (interpretata da Aunjanue Ellis), presenza solida e amorevole al suo fianco. Questo, però, è anche un film sulla fede. Quella in Dio, che guida ogni scelta di Carson. Non solo, però, anche sulla scienza, conoscenza e sull'essere umano. È questa doppia radice che lo rende un medico diverso. Non solo tecnicamente brillante, ma capace di empatia, di ascolto, di compassione.

Un intervento storico che ha cambiato la medicina

Il punto culminante del film è la rappresentazione di uno degli interventi più complessi della storia medica: la separazione di due gemelli siamesi uniti per la testa. Un’operazione considerata impossibile, con un’altissima probabilità di insuccesso. Eppure, sotto le mani di Carson, quel miracolo diventa realtà. La tensione durante la scena dell’intervento è palpabile. Non si tratta solo di una prova chirurgica, ma di una sfida all’impossibile. Ed è lì che si capisce davvero il significato del titolo originale: Gifted Hands. Mani dotate, sì, ma anche cuore, cervello, coraggio.

Chi guarda Il dono stasera, si troverà davanti a molto più di un semplice film biografico. È una riflessione potente su come le difficoltà non siano una condanna, ma una spinta. Una celebrazione della resilienza e dell’importanza dell’educazione. Un omaggio al ruolo decisivo di una madre che ha creduto nei propri figli quando nessun altro lo faceva. La performance di Cuba Gooding Jr. è intensa, misurata, profondamente umana. La sua interpretazione riesce a rendere credibile ogni passaggio, dalla fragilità dell’adolescente al carisma del medico che salva vite. Kimberly Elise, nei panni della madre, regala alcuni dei momenti più toccanti del film. La regia di Thomas Carter evita il rischio della retorica, scegliendo una narrazione sincera, diretta, emozionante.