Stasera in tv c'è un giovane Armie Hammer prima di Chiamami col tuo nome: un film tutto da scoprire, in coppia con un altro famosissimo del cinema mondiale.
Stasera va in onda un film carico di tensione, che dovreste assolutamente riscoprire. Così nasce Operazione U.N.C.L.E., un film che prende la Guerra Fredda, la rivalità tra CIA e KGB, lo humour british, il fascino italiano e l’eleganza sixties, e li trasforma in un concentrato di stile e intrattenimento. Guy Ritchie, regista dalla firma inconfondibile, riesce nell’impresa di ridare vita a una serie cult degli anni ’60 senza mai scivolare nella nostalgia sterile. Al contrario, costruisce un film vivo, fresco, capace di conquistare anche chi non ha mai sentito parlare dell’originale.
Stasera in tv, il ritorno di Armie Hammer: eccolo prima di Chiamami col tuo nome
Il film va in onda stasera in tv, 4 luglio 2025, su Mediaset 20 (canale 20 del digitale terrestre) alle ore 21.12. Nel cuore del 1963, in piena tensione tra Est e Ovest, la storia unisce due spie costrette a collaborare per scongiurare una minaccia nucleare. Da un lato l’americano Napoleon Solo, sofisticato, ironico, irresistibile nel suo abito sartoriale. Dall’altro Illya Kuryakin, un colosso russo controllato ma dal passato tormentato. Due mondi opposti, due stili d’azione completamente diversi. Ma proprio nel loro contrasto esplode la scintilla che tiene incollati allo schermo. Impossibile non notare un energico Armie Hammer prima ancora del grande successo che gli ha regalato Chiamami col tuo nome, accanto a Timothée Chalamet nel 2017.
Henry Cavill e Armie Hammer portano i loro personaggi oltre la caricatura. Non sono solo il bello e quello che combatte duro. Sono due uomini pieni di contraddizioni, eppure perfettamente funzionali l’uno all’altro. Il risultato è una chimica sorprendente, fatta di battute taglienti, sguardi complici e continui scambi di ruoli. Alicia Vikander, nel ruolo della meccanica tedesca Gaby Teller, aggiunge una terza energia, scompigliando equilibri e dando forza a un personaggio femminile tutt’altro che accessorio. Victoria Vinciguerra, interpretata da Elizabeth Debicki, è poi una villain affascinante e inquietante, in linea con l’estetica sofisticata del film.

Certo, gli abiti di Solo, i completi di Illya, i tailleur di Gaby e la villa mediterranea dei Vinciguerra sembrano usciti direttamente da una rivista di moda. Eppure lo stile va oltre l’immagine. È un ritmo narrativo scattante, una regia elegante che gioca con split screen. Ci sono poi inquadrature geometriche, transizioni retrò. È una colonna sonora che fonde jazz, funk e atmosfere orchestrali anni ’60, firmata da Daniel Pemberton. È un’ironia che sdrammatizza senza mai deridere, che prende sul serio l’azione senza rinunciare a un sorriso.
Perché vale la pena vederlo
In questo film, vediamo che il regista Guy Ritchie si diverte e questo si vede anche solo guardandolo in tv. Prende le regole del genere spy e le piega a suo favore. Nessuna scena dura più del necessario, nessun dialogo è superfluo. L’azione è sempre chiara, coreografata con intelligenza e mai eccessiva. Anche nei momenti più intensi, il film mantiene un’eleganza che raramente si vede nei blockbuster contemporanei. In questo film c'è anche l'Italia. Vediamo, infatti, Roma, Pozzuoli, Napoli: location che diventano parte attiva della storia, senza cadere negli stereotipi da cartolina. Le sequenze ambientate nel nostro paese aggiungono calore, colore e un tocco esotico che arricchisce la cornice narrativa.
Il cinema italiano degli anni ’60 sembra a tratti far capolino, tra Vespe, Alfa Romeo e architetture moderniste. Questo film non vuole raccontare la verità della Guerra Fredda, ma usarla come scenario per un gioco sofisticato di spionaggio, alleanze forzate e seduzioni incrociate. È una pellicola che si prende la libertà di essere cool, senza mai perdere in sostanza. Non si affida solo al look, ma lo integra in una narrazione ritmata, fluida e coinvolgente. Il successo del film ha generato un seguito di fan appassionati, tanto che un sequel è attualmente in fase di scrittura. Un segnale chiaro che questa operazione, tutt’altro che nostalgica, ha saputo trovare la sua voce nel panorama del cinema d’azione.