Stasera in tv c'è un film che ha decretato il successo di Sergio Leone con la sua storia e grazie alla trilogia: ecco di quale si tratta e dove vederlo.
Ci sono film che non invecchiano mai. Capolavori in grado di attraversare le epoche mantenendo intatta la loro forza visiva e narrativa. Per qualche dollaro in più (1965) è uno di questi. In onda stasera in tv, rappresenta il cuore pulsante di quella rivoluzione cinematografica che fu lo spaghetti western. Diretto da Sergio Leone, è il secondo tassello della celebre “Trilogia del dollaro” e segna la consacrazione di un genere che ha saputo imporre un’estetica nuova, cruda, profondamente europea.
Il film non si limita a cavalcare i codici del western americano: li scardina, li ricompone, li arricchisce con un taglio registico visionario, con personaggi iconici e una colonna sonora che ha fatto storia. Al centro, un’inedita alleanza tra due cacciatori di taglie, interpretati da Clint Eastwood e Lee Van Cleef, alle prese con un nemico comune: El Indio, bandito feroce e tormentato, portato in scena con inquietante intensità da Gian Maria Volonté.
Stasera in tv, il film che ha fatto la storia del cinema: dove vederlo
Il film va in onda stasera in tv, 30 giugno 2025, su Rai Movie (canale 24 del digitale terrestre), alle ore 21.10. L’ambientazione è il Nuovo Messico, terra di polvere, sangue e silenzi. Qui si muovono il Monco, pistolero solitario e calcolatore, e il colonnello Douglas Mortimer, figura enigmatica con un passato che pesa come una condanna. I due si studiano, si sfidano, poi scelgono di allearsi per catturare El Indio, evaso di prigione e deciso a compiere il colpo della vita rapinando la banca di El Paso.
Non si tratta solo di soldi. Infatti, dietro la caccia, c’è una vendetta personale che trasforma l’intera trama in una partita a scacchi tra uomini segnati, accomunati dal desiderio di giustizia e dalla legge del West, dove contano solo il coraggio, la freddezza e la velocità nel tirare fuori la pistola. Il confronto finale tra Mortimer e El Indio è uno dei momenti più tesi e memorabili dell’intera trilogia: un duello scandito da un carillon che funge da innesco emotivo e simbolico. Rispetto a Per un pugno di dollari, Leone amplia la struttura del racconto e affina la sua poetica. Le inquadrature si allungano, il montaggio si fa più calibrato, la costruzione del tempo cinematografico diventa quasi musicale.

Ogni sguardo, ogni gesto, ogni pausa ha un peso. A contribuire in modo decisivo è la colonna sonora firmata da Ennio Morricone, capace di trasformare suoni e melodie in veri e propri personaggi narrativi. Il tema musicale legato al carillon, ossessione di El Indio, è un esempio magistrale di come la musica possa scavare nella psiche di un personaggio e guidare lo spettatore nel cuore del suo tormento. Lo stesso El Indio non è un semplice cattivo da eliminare: è un uomo spezzato, ambiguo, che suscita repulsione e pietà al tempo stesso.
Un cast indimenticabile e atmosfere leggendarie: perché vederlo
Clint Eastwood, nel ruolo del Monco, costruisce un’icona di freddezza e ambiguità che lo accompagnerà per tutta la carriera. Lee Van Cleef, nei panni del colonnello, incarna la figura dell’antieroe elegante e letale, capace di coniugare rigore e umanità. Gian Maria Volonté, con la sua interpretazione intensa e disturbante, aggiunge una dimensione tragica al film, rendendolo ben più che un racconto di vendetta. Nel cast spiccano anche volti noti del cinema italiano dell’epoca, tra cui Mario Brega e un giovanissimo Klaus Kinski. Quello che veramente colpisce è l’atmosfera: cupa, sospesa, quasi onirica.
Un mondo in cui il tempo si dilata, la violenza è sempre imminente e i duelli sono riti di passaggio. Guardare Per qualche dollaro in più oggi non significa solo riscoprire un capolavoro del passato. Vuol dire, infatti, confrontarsi con un’opera che ha ridefinito il modo di raccontare il western. Nel corso degli anni ha influenzato registi come Quentin Tarantino e ha cambiato per sempre il volto del cinema di genere. Ogni scena è costruita con maestria, ogni dettaglio contribuisce a creare un universo inconfondibile, dove la giustizia è personale e la morale è sempre in bilico.