“Yara”, il film che ricostruisce uno dei casi di cronaca più sconvolgenti d’Italia arriva stasera in tv, in prima serata: ecco dove e quando vederlo.
Arriva in prima serata Yara, il film che riporta sotto i riflettori una delle pagine più dolorose e controverse della cronaca italiana recente. Diretto da Marco Tullio Giordana, il film ripercorre l’omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate di Sopra scomparsa nel 2010 e ritrovata senza vita tre mesi dopo in un campo della provincia di Bergamo. Una vicenda che ha colpito il cuore del Paese e che ha tenuto per anni l’Italia con il fiato sospeso.
Stasera in tv, il caso di cronaca che ha sconvolto l'Italia: dove vederlo
Il film, prodotto da Taodue in collaborazione con Netflix e RTI, è stato rilasciato nel 2021 ed è riuscito a imporsi anche a livello internazionale, entrando tra i titoli più visti sulla piattaforma in diversi paesi. Ora va in onda in prima serata su Canale 5, alle ore 21.21. Si prepara a riaccendere emozioni, domande e riflessioni. La regia di Giordana evita ogni forma di spettacolarizzazione, puntando su un tono asciutto, quasi documentaristico. Il dolore della famiglia Gambirasio non viene esibito né sfruttato, ma resta come un’eco costante dietro le indagini, che si sviluppano in un crescendo di tensione. Il cuore della narrazione è però altrove: nella figura della pubblica ministera Letizia Ruggeri, interpretata con rigore da Isabella Ragonese. Se apprezzate l'attrice, potrete anche recuperare un film con lei come protagonista, anche se totalmente diverso.
La scelta di mettere al centro la PM Ruggeri, invece che la vittima o il presunto colpevole, ha diviso critica e pubblico. Se da un lato consente di mostrare con precisione l'enorme macchina investigativa messa in moto, la più vasta indagine genetica mai condotta in Europa, dall’altro lascia in secondo piano la personalità di Yara, la sua vita quotidiana, i sogni, le relazioni. È una scelta precisa, che fa del film un racconto di giustizia più che una narrazione emotiva.
Attraverso flashback e spezzoni del diario, la presenza di Yara resta però sempre avvertibile, quasi eterea. Una figura che non si può toccare, ma che guida le azioni dei personaggi, in primis quelle della Ruggeri. La magistrata si trova a gestire un caso intricato, pieno di zone d’ombra, sotto la pressione mediatica e sociale. Il ritrovamento del DNA maschile sugli indumenti della vittima segna una svolta. Da lì prende il via un'indagine senza precedenti, che porterà, dopo anni, all’arresto di Massimo Bossetti, muratore bergamasco, poi condannato all’ergastolo.

Un cast che non si dimentica
Il cast contribuisce in modo determinante alla credibilità del racconto. Oltre a Ragonese, troviamo Alessio Boni nei panni del colonnello Vitale e Thomas Trabacchi in quelli del maresciallo Garro. La giovane Chiara Bono interpreta Yara con delicatezza e misura. Completano il quadro Roberto Zibetti come Bossetti e Sandra Toffolati e Mario Pirrello nei ruoli dei genitori della ragazza. Yara non è un film che cerca facili emozioni. Non punta sul colpo di scena né sul mistero, pur trattando una vicenda che ha alimentato per anni teorie e ipotesi contrastanti.
La regia sceglie la sobrietà, concentrandosi sul percorso verso la verità. Una verità giudiziaria che però, ancora oggi, non ha convinto tutti. La difesa di Bossetti ha contestato l’utilizzo e l’interpretazione del DNA, sollevando dubbi che il film non affronta nel dettaglio. Grazie a questo film, si riapre anche il dibattito su come e quanto la fiction possa intervenire su casi ancora vivi nella memoria collettiva, quando il dolore non è ancora del tutto elaborato e le ferite restano aperte. Vale la pena vederlo anche solo per questo. Il film ha ottenuto riconoscimenti importanti. Tra questi, il Nastro d’Argento Grandi Serie 2022 come Miglior Film TV, a conferma della qualità artistica e dell’impatto che questa produzione ha avuto sul pubblico.
Yara non è solo un racconto di cronaca, ma anche un ritratto della giustizia italiana, delle sue difficoltà e dei suoi strumenti. È un viaggio nel dolore, nella tenacia e nella ricerca di risposte. Senza mai cedere alla retorica, riesce a restituire con forza il senso di una perdita che ha segnato un’intera generazione. Nel farlo, ci costringe a guardare in faccia quella verità che spesso la cronaca non riesce a raccontare fino in fondo.