Quando la spugna diventa bianca: il segnale (preoccupante) che non dovresti ignorare.
In cucina, tra pentole fumanti e taglieri in azione, c’è un oggetto apparentemente innocuo che può nascondere un’insidia invisibile: la spugna. Utile, pratica, sempre a portata di mano. Ma cosa succede quando, dopo averla immersa nell’acqua con candeggina delicata, la vedi diventare improvvisamente bianca? No, non è un buon segno. Quello scolorimento non indica pulizia. È, invece, un campanello d’allarme.
Spugna, perché diventa bianca? Ecco perché non dovresti ignorarlo
La candeggina delicata, spesso a base di ossigeno attivo, reagisce con le sostanze organiche presenti nella spugna. Se il colore cambia e la spugna diventa bianca, vuol dire che lì dentro si nascondevano residui, batteri, muffe e germi vari. Non è un effetto estetico, ma una prova: quella spugna era carica di contaminanti. Le spugne da cucina sono veri e propri ricettacoli di batteri. In pochi giorni possono ospitare colonie di Salmonella, E. coli, Stafilococco e altri microrganismi pericolosi per la salute. Questi non solo sopravvivono, ma si moltiplicano in ambienti umidi e caldi come quelli della cucina. Se continui a usare una spugna sporca, il rischio è quello di contaminare superfici, stoviglie e persino le mani.
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Molti si accorgono che la spugna è "da cambiare" quando inizia a emanare un cattivo odore. In realtà, i batteri iniziano a proliferare molto prima. E spesso, anche quando la spugna sembra ancora utilizzabile, è già diventata un pericolo invisibile. Il vero problema è che i germi non si vedono. Una spugna apparentemente pulita può essere già un concentrato di agenti patogeni. E proprio quando entra in contatto con un disinfettante efficace, come la candeggina delicata, si “svela”: quel bianco improvviso è il risultato della reazione chimica tra l’ossigeno attivo e i composti organici che la spugna ha assorbito nel tempo.

Come pulire le spugne (e quando buttarle)
Per evitare rischi, le spugne da cucina vanno igienizzate spesso e sostituite regolarmente. Ma attenzione: non basta sciacquarle sotto l’acqua. Serve un’azione disinfettante. Esistono vari modi per pulirle, anche uno che prevede il forno a microonde.
Il metodo più efficace è semplice:
- Riempire una bacinella con acqua molto calda.
- Aggiungere una piccola quantità di candeggina delicata.
- Lasciare la spugna in ammollo per almeno 10-15 minuti.
- Risciacquare abbondantemente per eliminare ogni residuo di prodotto.
- Lasciare asciugare la spugna all’aria, in un ambiente asciutto.
- Evitare di lasciarla umida: l’umidità è terreno fertile per la proliferazione batterica.
Questa operazione dovrebbe diventare una routine quotidiana. Ma anche così, la spugna non è eterna: dopo una settimana di uso intenso, è meglio sostituirla con una nuova. Il problema non riguarda solo le spugne da cucina. Anche quelle per la cura personale, come le spugnette da bagno, i dischetti lavabili, i guanti esfolianti, possono nascondere gli stessi pericoli. Se restano umide troppo a lungo o non vengono lavate correttamente, diventano un terreno ideale per batteri e muffe. In questi casi, vale la stessa regola: igienizzazione frequente, asciugatura all’aria e sostituzione periodica. Non bisogna aspettare che cambino colore o che inizino ad avere cattivi odori.