Stasera in tv una storia d'amore diversa da tutte: ha fatto sognare milioni di persone.
Non è solo una storia d’amore impossibile né soltanto un dramma in costume: “Anna and the King”, in onda stasera in prima serata, è un film capace di incantare e far riflettere. Diretto da Andy Tennant nel 1999, con due protagonisti magnetici come Jodie Foster e Chow Yun-Fat, questo adattamento elegante e sontuoso della vicenda di Anna Leonowens e del re Mongkut del Siam è molto più di un semplice remake. È un viaggio immersivo in un mondo esotico e complesso, in un momento storico delicato, tra intrighi politici, scontri culturali e profondi sentimenti trattenuti.
Stasera in tv una grande storia d'amore: la più bella di sempre
Il film, ispirato al romanzo “Anna e il re del Siam” di Margaret Landon, si discosta volutamente dai toni fiabeschi del musical “Il re ed io” e dall’iconico film del 1946. Qui tutto si fa più drammatico, realistico, quasi epico. Il tono è sobrio ma coinvolgente, la narrazione stratificata e ricca di sottotesti. Il regista non cerca lo scintillio del palcoscenico, ma punta a restituire uno spaccato umano e politico di un’epoca in fermento, dove il destino di un regno si gioca tra le stanze dorate di un palazzo e le tensioni tra tradizione e modernità.
Al centro del racconto c’è lo scontro, e poi l’incontro, tra due visioni del mondo. Anna Leonowens, vedova inglese determinata e colta, arriva a corte per educare i figli del re. Si scontra con una società rigida, fondata su gerarchie intoccabili e rituali antichi. Ma la sua presenza, inizialmente tollerata con diffidenza, diventa una scintilla che cambia gli equilibri. Il re Mongkut, interpretato con straordinaria intensità da Chow Yun-Fat, è un sovrano diviso tra il rispetto delle sue radici e la necessità di aprirsi al mondo per salvaguardare l’indipendenza del proprio paese. Tra i due nasce un rapporto complesso, fatto di scontri, sfide, ironia e un affetto profondo che, pur non trasformandosi mai apertamente in amore, lascia un segno indelebile.

Il film è punteggiato da momenti di grande forza emotiva, come la vicenda tragica di Tuptim, concubina innamorata di un altro uomo, che paga con la vita la sua ribellione. È un episodio che mette a nudo la condizione femminile nella corte siamese e che, grazie allo sguardo partecipe di Anna, acquista una potenza simbolica. La tensione si alza anche sul fronte politico, con il tentato golpe sostenuto dai britannici e la fuga rocambolesca della famiglia reale. La regia mantiene un equilibrio impeccabile tra emozione e tensione narrativa, senza mai scadere nel melodramma.
Perché vale la pena vederlo
Ciò che colpisce sin dai primi fotogrammi è la straordinaria cura per i dettagli. I costumi, fedeli e raffinati, restituiscono la complessità culturale del contesto. Le scenografie trasportano lo spettatore in un universo sontuoso e misterioso, tra templi, giardini, stoffe pregiate e architetture che raccontano un mondo sospeso tra sacralità e potere. Non a caso il film ha ottenuto due nomination agli Oscar proprio per costumi e scenografia. La fotografia, luminosa e calda, valorizza la bellezza dei paesaggi esotici senza trasformare il tutto in una cartolina patinata.
A rendere ancora più coinvolgente la visione è la chimica tra i due protagonisti. Jodie Foster, con la sua eleganza austera e il suo carisma naturale, dà vita a un personaggio forte, sfaccettato, lontano da ogni cliché. Chow Yun-Fat sorprende con una prova intensa, tutta giocata sui silenzi e sui gesti misurati. Il loro rapporto evolve con credibilità, senza forzature, mantenendo sempre una tensione emotiva palpabile.