Stasera in tv c'è un film che ha fatto la storia del cinema, un vero e proprio pilastro: ha fatto un grande numero di incassi a livello mondiale.
Questa sera in tv va in onda L’ultimo samurai, il kolossal del 2003 diretto da Edward Zwick con Tom Cruise protagonista. Questa grande pellicola, vent’anni dopo la sua uscita, continua a emozionare, interrogare e, soprattutto, sorprendere. L’ultimo samurai è molto più di un viaggio nell'antico Giappone. È una riflessione potente sull'identità, il conflitto interiore e il prezzo della modernità.
Stasera in tv, pilastro della storia del cinema: milioni di incassi
L'ultimo samurai va in onda stasera, 18 giugno 2025 su TwentySeven, canale 27 del digitale terrestre, alle ore 21.13. Il cuore del film non è l’epica battaglia tra spade e fucili, né il contrasto tra tradizione e progresso. Il vero motore è il percorso personale di Nathan Algren. Ex ufficiale americano traumatizzato dalle guerre indiane, Algren non cerca redenzione, ma qualcosa di più profondo: una ragione per restare vivo. Quando viene catturato dai samurai durante una campagna militare in Giappone, finisce per confrontarsi con una cultura che lo mette davanti a ciò che ha perso: onore, disciplina, spiritualità. In un’epoca dove tutto corre e cambia, L’ultimo samurai ci ricorda che il vero cambiamento parte da dentro. Proprio questa intima rivoluzione rende Algren credibile, umano, universale.
Il film è ambientato nel 1876, durante la ribellione di Satsuma, ma il suo messaggio è senza tempo. Mentre il Giappone si apre all’Occidente, sacrificando i suoi valori per inseguire il progresso, si consuma un dramma che riguarda tutti: cosa perdiamo quando abbandoniamo le nostre radici? Katsumoto, il capo dei samurai interpretato magistralmente da Ken Watanabe, non è un nostalgico. È un uomo consapevole che la sua epoca sta finendo, ma che crede ancora nel potere dell’etica e della memoria. In questo, è il vero protagonista del film. Al suo fianco, Algren non salva i samurai: li onora, li racconta, li custodisce. L’ultimo samurai non celebra la supremazia occidentale, ma il valore del dialogo tra mondi.

Visivamente, il film è un’opera d’arte. Le riprese nelle vallate giapponesi, in realtà girate in Nuova Zelanda, restituiscono una natura che respira e avvolge. Ogni inquadratura è pensata per restituire il senso del sacro e del tempo che scorre. La colonna sonora di Hans Zimmer, alla sua centesima composizione, accompagna con maestria ogni emozione, dai momenti di meditazione silenziosa fino alle scene di battaglia, sempre girate con realismo e rispetto. Il celebre film ha ottenuto un grande successo commerciale a livello globale, totalizzando circa 456 milioni di dollari, a fronte di un investimento produttivo di 140 milioni. In Italia, il film ha raccolto al box office circa 18,1 milioni di euro, confermandosi uno dei titoli più visti dell'anno.
Perché vale la pena vederlo ancora oggi
In un mondo dove la velocità ha preso il posto del significato, dove l’identità è fluida e il passato spesso rimosso, L’ultimo samurai ci obbliga a fermarci. Ci chiede: cosa siamo disposti a sacrificare per “progredire”? Vale davvero tutto il prezzo? Tom Cruise, qui in una delle sue prove più intense e contenute, mette da parte il divismo per raccontare la storia di un uomo in frantumi che trova una nuova via. Infine, Ken Watanabe regala un Katsumoto indimenticabile, degno di entrare nel pantheon dei grandi personaggi tragici del cinema.
Guardare L’ultimo samurai oggi, dopo anni dall'uscita, non è solo un’occasione per rivivere un grande film epico. È un invito a riflettere, a commuoversi, a riscoprire il valore della memoria e del rispetto. È il racconto di una fine, certo, ma anche di un nuovo inizio. Uno di quei film che restano dentro, perché parlano a tutti. Anche a chi, magari, pensava che fosse solo un’altra storia d’azione con Tom Cruise.