Edoardo Pesce dà il volto alla leggenda del cinema italiano: tuffo al cuore su RaiPlay

Su RaiPlay Edoardo Pesce è irriconoscibile: un biopic che racconta l’alba di una leggenda del cinema italiano.

Nel 2020, in occasione del centenario della nascita di uno dei più grandi attori del nostro cinema, arriva sul piccolo schermo “Permette? Alberto Sordi”, film diretto da Luca Manfredi e interpretato da Edoardo Pesce. Un progetto televisivo, prodotto da Rai Fiction e Ocean Productions, che si propone di raccontare gli anni meno conosciuti ma più formativi dell’attore romano, quelli che vanno dal 1937 al 1957: un ventennio cruciale in cui il giovane Alberto costruisce, passo dopo passo, la sua identità artistica e personale.

La narrazione prende il via con un momento simbolico: l’espulsione dall’Accademia dei filodrammatici di Milano per via dell’inconfondibile accento romano, seguito dal licenziamento da un hotel in cui lavorava come usciere. Due episodi che sintetizzano le prime delusioni, ma anche la tenacia di un ragazzo che non vuole rinunciare ai suoi sogni. Tornato nella sua Roma, Sordi si reinventa, si mette alla prova nel mondo del doppiaggio, prestando la voce italiana a Oliver Hardy, e inizia un percorso che lo porta prima sul palco teatrale, poi alla radio e infine al cinema.

RaiPlay, Edoardo Pesce incanta: il racconto di una grande leggenda

Il film si sofferma proprio su questa fase “artigianale” della carriera di Sordi, quando ancora non è il divo amato dal grande pubblico, ma un giovane ostinato che osserva, impara, si mette in gioco. Centrale è anche il legame con Federico Fellini, amicizia che segnerà la sua evoluzione artistica, e la lunga relazione con l’attrice Andreina Pagnani, che rappresenta una delle parentesi più intime e delicate della sua vita privata.

scena film alberto sordi
Edoardo Pesce in una scena del film disponibile su RaiPlay

Il cuore pulsante del film è Edoardo Pesce, che si immerge in un ruolo difficile senza mai cadere nella caricatura. Non cerca di “essere” Sordi, ma di restituirne l’anima: lo fa attraverso i gesti, le pause, lo sguardo e una voce che riecheggia, senza scimmiottare. La sua interpretazione è stata ampiamente elogiata per la misura e la sensibilità con cui ha affrontato un personaggio tanto iconico. Un lavoro che non punta sull’effetto nostalgia fine a sé stesso, ma sulla costruzione di un percorso umano credibile.

Il film adotta uno stile televisivo classico ed è piuttosto sobrio. La fotografia tende a restituire con una certa eleganza la Roma degli anni Quaranta e Cinquanta, anche se alcune scelte narrative hanno attirato critiche per la loro superficialità o per una certa schematicità nella ricostruzione storica. Tuttavia, resta evidente l’intento affettuoso del progetto: non un’agiografia, ma un omaggio sincero a un uomo che ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura italiana.

Perché vale la pena vederlo

Il film è disponibile in streaming su RaiPlay, e vale la pena recuperarlo o rivederlo non solo per scoprire un Sordi “diverso” da quello che tutti conoscono, ma anche per immergersi in un racconto che parla di sogni, fallimenti e rinascita. È un'opera che ha il merito di riportare l'attenzione su un periodo spesso trascurato della carriera dell'attore, mostrando come il talento non sia mai un punto di partenza, ma il frutto di ostinazione, sacrificio e incontri decisivi. Molto spesso i biopic, soprattutto se televisivi, rischiano di fermarsi fin troppo alla superficie. Eppure questo riesce invece a evocare tutta la poesia nascosta nella fatica di diventare sé stessi. Proprio per questo, merita di essere visto. Magari in una serata romana, con la nostalgia di una voce che ha saputo farci ridere e riflettere, come pochi altri.