Su RaiPlay c'è un film da recuperare con Matteo Martari: ha segnato il suo esordio al cinema. Attualmente è anche su Netflix con la nuova serie tv intitolata Maschi Veri.
Nel panorama del cinema italiano degli ultimi anni, La felicità è un sistema complesso si distingue come una commedia atipica, capace di mescolare ironia e riflessione sociale, etica e affetti familiari. Diretto da Gianni Zanasi, il film racconta la storia di Enrico Giusti, interpretato da un intenso Valerio Mastandrea, un uomo il cui lavoro consiste nel convincere imprenditori incapaci o sull’orlo del tracollo a cedere le proprie aziende per evitare disastri peggiori: fallimenti, licenziamenti, disastri economici. Un ruolo che, nella narrazione, si presenta come un’armatura protettiva, ma che Enrico inizia a mettere in discussione quando una vicenda personale lo costringe a rivedere il proprio modo di guardare il mondo.
Su RaiPlay un film con Matteo Martari da vedere: il suo esordio
Il film si muove lungo un equilibrio sottile tra commedia e dramma morale. Zanasi gioca con i generi e con le aspettative dello spettatore, mettendo in scena un protagonista che opera in un universo cinico e razionale, quello delle grandi imprese e delle logiche finanziarie, ma che finisce per scontrarsi con una realtà fatta di emozioni, relazioni familiari, fragilità personali. Enrico Giusti è un personaggio ambiguo: il suo lavoro sembra eticamente corretto, ma è basato sulla manipolazione e sulla persuasione. Quando gli viene affidato il compito di occuparsi di due giovani eredi, figli di un imprenditore appena morto, qualcosa si spezza nel suo meccanismo interiore.
Da qui nasce il conflitto che alimenta l'intero racconto: cosa significa fare la cosa giusta? E fino a che punto è possibile intervenire nella vita degli altri per salvarli da sé stessi? In questo contesto si inserisce il personaggio di Guido, interpretato da Matteo Martari. Anche se non è al centro della vicenda, Guido rappresenta una delle presenze secondarie che arricchiscono il film e che contribuiscono a costruire l’ambiente sociale e umano attorno a Enrico.

Martari, al suo debutto sul grande schermo, dà vita a un personaggio che si muove con naturalezza nella rete narrativa del film, riuscendo a lasciare un segno nonostante il minutaggio contenuto. L’esperienza sul set di La felicità è un sistema complesso ha rappresentato, sicuramente, per Martari una svolta fondamentale. Ex modello e appassionato di motori, l'attore italiano ha raccontato di essersi immerso completamente nel ruolo, affrontando con entusiasmo la fase di ricerca e di prove che precede le riprese. La sua partecipazione al film ha segnato l’inizio di un percorso che lo avrebbe portato poi a ruoli sempre più rilevanti, sia al cinema che in televisione.
Un film corale, tra volti noti e nuove promesse
Il cast del film è ricco di volti noti del cinema italiano. Accanto a Mastandrea, troviamo Hadas Yaron, Giuseppe Battiston, Teco Celio, Paolo Briguglia e Maurizio Donadoni, ciascuno dei quali contribuisce a dare corpo a una narrazione stratificata, dove ogni personaggio ha una funzione specifica e un proprio arco evolutivo. In questo intreccio, anche i ruoli secondari come quello di Guido si rivelano essenziali per comprendere la complessità del mondo rappresentato.
Zanasi dirige con uno stile sobrio ma deciso, evitando il melodramma e scegliendo invece di lasciar parlare i personaggi e le situazioni. Le ambientazioni, spesso industriali o periferiche, raccontano un'Italia moderna ma affaticata, in bilico tra vecchie abitudini e nuove consapevolezze. La felicità è un sistema complesso non è un film che offre risposte facili. Anzi, pone domande scomode, invita a riflettere sulla moralità delle scelte, sull’autenticità dei rapporti, sull’identità professionale e personale. In questo senso, il titolo stesso suona come una dichiarazione d’intenti: la felicità, per l'appunto, non è un obiettivo lineare, ma un sistema intricato fatto di compromessi, scelte difficili, atti di coraggio.