Il misterioso castello che ispirò Manzoni: vista spettacolare dall'alto

In Lombardia c'è il castello che ispirò Manzoni per la figura dell'Innominato ne I Promessi Sposi: un luogo particolarmente suggestivo che vale la pena scoprire almeno una volta nella vita.

Incastonato tra le vette della Val San Martino e sospeso tra cielo e lago, il Castello dell’Innominato è un luogo che unisce leggenda, paesaggio e memoria storica. Non è solo una meta turistica, ma un vero e proprio simbolo dell’immaginario letterario italiano, capace di evocare le atmosfere potenti de I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni. Chiunque si avventuri tra i suoi sentieri ne esce trasformato, come se le sue pietre avessero ancora molto da raccontare.

Lombardia, tutta la bellezza del castello che ispirò Manzoni

Situato tra i comuni di Vercurago e Lecco, questo castello si erge sul Tremasasso, un’altura di roccia calcarea alle pendici del monte Magnodeno. Un punto strategico, da cui si può dominare il lago di Olginate, il ramo orientale del lago di Como e il fiume Adda. La storia di questa fortificazione affonda le sue radici nella notte dei tempi: la zona era già abitata nella prima età del ferro dalla cultura di Golasecca. Le prime tracce documentate di una struttura difensiva risalgono all’alto medioevo. Già in epoca carolingia, infatti, vi era una torre di segnalazione. Durante il XII secolo, in pieno regno di Federico Barbarossa, il castello assume un ruolo ben definito nei sistemi difensivi della zona. A mostrare alcune immagini, la creatrice di contenuti, conosciuta sui social come @simi.larity.

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Il castello dell'Innominato in Lombardia. Fonte: Instagram, @simi.larity

Nel corso del XIII secolo, la proprietà del castello passò ai Benaglio, fedeli vassalli dei Della Torre di Milano. L’edificio cambiò più volte padrone durante le accese lotte tra il Ducato di Milano e la Serenissima Repubblica di Venezia. Il Novecento lo vide protagonista di nuovi rifacimenti, come l’erezione di una croce in ferro in memoria del cappellano militare Giovanni Battista Pigato. Nel 2017 è stata inaugurata una mostra permanente che racconta la storia del castello attraverso il paesaggio e la letteratura. Il restauro completato nel 2019 ha ridato vita a uno dei luoghi più affascinanti del Nord Italia.

Il fascino immortale del Castello dell’Innominato è legato soprattutto alla penna di Alessandro Manzoni. La tradizione vuole che sia stato proprio questo luogo a ispirare la dimora dell’Innominato, il potente e tormentato personaggio che tiene prigioniera Lucia Mondella nel capolavoro manzoniano. Un uomo terribile, ispirato a Francesco Bernardino Visconti, che dopo l’incontro con la fede e con la sofferenza di Lucia, inizia il suo cammino di redenzione. La forza simbolica del castello, arroccato su uno sperone roccioso e circondato da una natura drammatica, ha reso ancora più credibile il racconto. Chi lo visita percepisce subito l’eco di quella narrazione, quasi fosse rimasta impressa nelle mura consumate dal tempo.

Un viaggio tra natura e suggestioni

Oggi il castello è raggiungibile solo a piedi, partendo dalla frazione di Somasca. Il cammino attraversa la suggestiva “Via delle Cappelle”, un percorso spirituale e paesaggistico che regala scorci mozzafiato sulla valle e sui laghi sottostanti. In alternativa, si può salire da “la Valletta”, percorrendo una scalinata di 150 gradini scolpiti nella roccia, progettata nel 1898 dall’architetto don Antonio Piccinelli.

Tra i resti ancora visibili spiccano le mura perimetrali, alcune torri e bastioni difensivi. Le parti più moderne, frutto dei rimaneggiamenti ottocenteschi, si integrano con discrezione nell’insieme. Il luogo ha rivelato anche importanti tracce del passato più remoto. Ai piedi del castello sono stati scoperti i resti di un tempio preistorico, datato a circa 5.000 anni fa, probabilmente dedicato a una divinità femminile. Una scoperta che conferma come questa altura fosse un luogo sacro e abitato sin dall’antichità. Anche il paesaggio tutt'intorno è una meraviglia. A nord si vedono le Alpi di profilo, nitide. Al sud, invece, tutta la bellezza del fiume Adda che va verso la Brianza. Insomma, ogni angolo del castello regala una vista diversa, capace di catturare lo sguardo, l'anima e la mente stessa.