Arriva un importante chiarimento dell'Agenzia delle Entrate. Per capire quando inserire le spese veterinarie affrontate nella dichiarazione dei redditi, e ottenere le detrazioni fiscali ad esse correlate, bisogna considerare l'anno della fattura o del pagamento?
Le spese veterinarie per animali da compagnia o per attività sportiva possono essere portate in detrazione nella dichiarazione dei redditi, tramite modello 730 o Redditi PF. È una misura fiscale utile per chi sostiene costi per la salute degli animali, purché si tratti di esemplari legalmente detenuti. Restano escluse le spese riferite ad animali impiegati in attività commerciali o agricole. Rientrano nella detrazione le visite veterinarie, gli esami diagnostici, gli interventi chirurgici e i farmaci prescritti. La normativa prevede una detrazione del 19%, applicata solo sulla parte eccedente la franchigia di 129,11 euro, e fino a un massimo di 550 euro l’anno per contribuente, senza distinzione sul numero di animali posseduti.
Le spese devono essere state pagate con strumenti tracciabili, ad eccezione di farmaci e prestazioni erogate dal Servizio Sanitario Nazionale. Per redditi superiori ai 120.000 euro la detrazione si riduce progressivamente, fino a scomparire oltre i 240.000 euro. L’inserimento corretto dei dati nel modello 730 è essenziale: le spese vanno riportate nel quadro E, righi E8-E10, con codice 29. Nella versione precompilata, spesso risultano già indicate, ma è comunque necessario verificare la correttezza delle informazioni. È fondamentale conservare la documentazione fiscale, come fatture e scontrini parlanti, che riportino il codice fiscale e la descrizione dei servizi o dei prodotti acquistati. Questo permette di accedere a un concreto vantaggio fiscale e valorizza la cura degli animali domestici.
Spese veterinarie, anno della fattura o del pagamento: quando inserirle in dichiarazione dei redditi
A proposito di spese veterinarie, in questo articolo rispondiamo a un quesito preciso, che molti possono essersi posti. Per l'inserimento delle spese veterinarie in dichiarazione dei redditi, bisogna considerare la data della fattura, o la data del pagamento? È questa la domanda che ha posto un contribuente all'Agenzia delle Entrate, mediante La Posta di FiscoOggi. In particolare, il contribuente ha spiegato di essere in possesso di una fattura datata dicembre 2024, il cui pagamento è avvenuto, però, in maniera dilazionata, nei primi tre mesi del 2025. La domanda è, dunque, la seguente. Le spese potranno essere inserite già nella dichiarazione del 2025, perché la fattura è del 2024, oppure bisognerà aspettare un anno, perché il pagamento è avvenuto nel 2025?

La risposta dell'Agenzia delle Entrate è chiara chiarisce ogni dubbio, richiamando il cosiddetto “principio di cassa”. Secondo questo criterio, infatti, le spese che danno diritto a una detrazione fiscale (o a una deduzione dal reddito complessivo) devono essere riportate nella dichiarazione dei redditi relativa all’anno in cui sono state effettivamente sostenute, cioè pagate, e non all’anno della fattura. In altre parole, ciò che conta è la data del pagamento, non quella del documento fiscale.
Questo principio è stato ribadito anche nella circolare n. 14 del 2023, dove si precisa che la detrazione è ammessa nell’anno d’imposta in cui la spesa viene sostenuta, anche se la prestazione è stata effettuata in un momento precedente. Nel caso specifico posto dal contribuente, quindi, la fattura è datata dicembre 2024. Il pagamento, però, è stato effettuato a rate nei primi mesi del 2025. Di conseguenza, le spese veterinarie dovranno essere indicate nella dichiarazione dei redditi del 2026, relativa all’anno d’imposta 2025, quando è avvenuto il pagamento.