Bonus ristrutturazione, valuta sempre questa cosa prima di iniziare i lavori: come evitare di perdere soldi

Non solo la spesa affrontata, ma anche la capienza fiscale: esperto rivela cos'è e perché è fondamentale tenerla in considerazione, quando si progetta di fare lavori edilizi e chiedere il bonus ristrutturazione.

Nel 2025 il sistema dei bonus edilizi italiani è stato oggetto di un'importante revisione, con modifiche che riguardano sia le aliquote sia i limiti di accesso. L’attenzione si concentra soprattutto sull’abitazione principale, che resta la più tutelata, mentre si riducono progressivamente i vantaggi per seconde case e immobili a reddito. Il Bonus Ristrutturazione mantiene la detrazione del 50% fino a 96.000 euro per la prima casa, ma scende al 36% per altri immobili. Dal 2026, il beneficio sarà ulteriormente ridotto. Rientrano solo interventi qualificati, escludendo le spese per caldaie a gas. Anche l’Ecobonus segue la stessa linea: 50% per miglioramenti energetici sull’abitazione principale e 36% sugli altri immobili, con tagli futuri già programmati.

Il Sismabonus garantisce una detrazione del 50% per la messa in sicurezza sismica della prima casa, e una più contenuta per gli altri edifici. Il Superbonus, ridimensionato, offre il 65% ma solo per interventi avviati entro metà ottobre 2024, e riguarda categorie specifiche come condomini e ONLUS. Confermata anche la detrazione del 75% per l’abbattimento delle barriere architettoniche, mentre per arredi e grandi elettrodomestici si applica il 50%, con un tetto di spesa ridotto a 5.000 euro. Introdotto inoltre un Bonus Elettrodomestici Green, con contributi fino a 200 euro per prodotti efficienti europei.

Bonus ristrutturazione: perché valutare la capienza fiscale

Per tutti i bonus edilizi, è importante considerare diversi fattori. Non solo la cifra totale a cui si ha diritto in base alla spesa affrontata per i lavori edilizi, ma anche la capienza fiscale. Questa, spiega un noto esperto e commercialista italiano, il dottor Massimiliano Allievi, è una caratteristica che non tutti valutano, ma che risulta fondamentale. Questo perché, qualora non si valutasse tale caratteristica, si potrebbero svolgere lavori edilizi e non avere i rimborsi previsti, perdendo, di fatto, i soldi. L'esperto, in particolare, spiega che è dalla nostra capienza fiscale che si parte per dire se si può effettivamente recuperare l'eventuale 50%, o 36% o altre percentuali, a seconda del bonus.


La capienza fiscale, in pratica, è la somma del totale delle imposte che si paga sul proprio reddito, e cioè le trattenute su quanto si è guadagnato o le imposte che si pagano sui guadagni della partita Iva. È, quindi, la somma delle tasse che prevediamo di pagare sul nostro reddito. Ed è da lì, e cioè dalla quantità totale di tasse che paghiamo allo Stato in base al nostro reddito, che si vanno a recuperare i bonus edilizi. Se, ad esempio, il bonus, in base ai lavori edilizi, ci permettesse di recuperare 500 euro in un anno, i 500 euro si detraggono sul totale di tasse pagate, e quindi sulla capienza fiscale.

Bonus ristrutturazione
Dei lavori edilizi.

Capienza fiscale: ecco perché considerarla

Se, quindi, la nostra capienza fiscale non arriva a 500 euro, non è possibile ottenere il rimborso, per quanto ci spetti effettivamente. Per questo motivo, l'esperto consiglia di non guardare solo a quanto idealmente si può ambire e recuperare, ma anche la propria capienza fiscale: se non si considera questo, si rischia di perdere ogni anno il proprio beneficio. Infine, l'esperto ricorda che con la partita Iva forfettaria non si possono ottenere bonus edilizi. Chi ha la partita IVA in regime forfettario non può usufruire dei bonus edilizi tramite detrazione IRPEF, in effetti, perché è soggetto a un’imposta sostitutiva, non all’IRPEF ordinaria, e quindi non ha da cui scalare la detrazione.