È possibile inserire il reddito dei figli trentenni a carico, in dichiarazione dei redditi, per detrarre le spese sanitarie e per l'istruzione? Ecco la risposta dell'Agenzia delle Entrate.
Dal 2025, le detrazioni fiscali per figli a carico saranno riconosciute esclusivamente per i figli che abbiano compiuto 21 anni. Per i minori, sarà invece applicato l’Assegno Unico Universale, che sostituisce le precedenti agevolazioni fiscali. Il diritto alla detrazione è subordinato a specifici limiti di reddito annuo: fino a 24 anni il limite è 4.000 euro, mentre oltre questa soglia anagrafica si abbassa a 2.840,51 euro. L’importo teorico della detrazione per ogni figlio a carico è pari a 950 euro, ma diminuisce progressivamente con l’aumentare del reddito del genitore. La detrazione viene generalmente ripartita in modo equo tra entrambi i genitori, ma può essere attribuita integralmente al genitore con il reddito più elevato, se vi è accordo tra le parti.
Accanto a questa misura, vi sono numerose spese detraibili al 19% sostenute nell’interesse dei figli, a condizione che questi siano fiscalmente a carico. Le spese sanitarie sono ammesse oltre una franchigia di 129,11 euro, mentre quelle scolastiche comprendono anche attività integrative come mense e gite, con un tetto massimo di 800 euro per figlio. Le rette per l’asilo nido sono detraibili fino a 632 euro, mentre per l’università non esiste un tetto per gli atenei pubblici, a differenza di quelli privati. Rientrano inoltre tra le spese detraibili quelle per attività sportive (fino a 210 euro per figli tra 5 e 18 anni), adozioni internazionali (con detrazione al 50%) e contributi per baby sitter (fino a 1.549,37 euro). Tali detrazioni si applicano nella dichiarazione dei redditi riferita all’anno in cui la spesa è stata sostenuta, seguendo regole precise anche nei casi di genitori separati o non conviventi.
Dichiarazione dei redditi: è possibile detrarre le spese per i figli trentenni?
A proposito delle detrazioni per i figli, un contribuente ha chiesto all'Agenzia delle Entrate se fosse possibile inserire il reddito del proprio figlio trentenne, per detrarre le sue spese sanitarie e le spese per l'istruzione. In risposta a questa domanda, mediante la Posta di FiscoOggi, l'Agenzia delle Entrate ha fatto riferimento alle novità introdotte nel 2025, alle quali abbiamo accennato prima. In particolare, l'ente ha richiamato le modifiche introdotte dalla legge di bilancio 2025 (legge n. 207/2024), che ha ridefinito i limiti per le detrazioni familiari. In base alla nuova normativa, l’ordinaria detrazione di 950 euro per ciascun figlio è riconosciuta solo se il figlio ha un’età compresa tra i 21 e i 30 anni.

C'è, però, un caso in cui la detrazione di 950 euro vale anche per i figli che hanno più di 30 anni: è il caso in cui il figlio abbia una disabilità certificata ai sensi della legge 104/1992. Tuttavia, anche in assenza del diritto alla detrazione ordinaria per figli a carico, resta valida la possibilità di portare in detrazione alcune spese sostenute nel loro interesse, anche per i figli che abbiano trent'anni. Questo è possibile solo se il figlio è fiscalmente a carico, condizione che si verifica quando il suo reddito annuo non supera i 2.840,51 euro. Tra queste spese rientrano quelle sanitarie e per l’istruzione, deducibili nei limiti e secondo le regole previste dall’articolo 15 della legge e dalle istruzioni fornite nella circolare n. 14/2023.
Detrazioni fiscali: quando anche per i figli di 30 anni
Ricapitolando, dunque, sono due i casi in cui un genitore può ottenere delle detrazioni per le spese dei figli trentenni. Il primo, si riferisce alla detrazione di 950 euro, per i figli trentenni che abbiano una disabilità certificata. L'altro, invece, è il caso in cui il reddito annuo del figlio non superi i 2.840,51 euro, e si riferisce a detrazioni fiscali ordinarie quali le spese sanitarie e per l'istruzione.