Barbara Ronchi è su RaiPlay in un thriller da brividi: ti lascia senza fiato

Tornare, il thriller psicologico di Cristina Comencini che scava nella memoria e nei silenzi di famiglia: nel cast anche la splendida Barbara Ronchi, è su RaiPlay.

Una casa, un ritorno e un trauma totalmente rimosso. Tornare, film del 2019 diretto da Cristina Comencini, non è solo un thriller psicologico. È una discesa profonda nell’anima di una donna che, come accade a molti, è costretta a fare i conti con ciò che ha cercato di dimenticare. Ambientato nella Napoli degli anni Novanta, il film affida a Giovanna Mezzogiorno e Barbara Ronchi il compito di raccontare una storia intima e universale, dove il passato non è mai davvero alle spalle.

Alice è una giornalista quarantenne che vive da tempo negli Stati Uniti. Quando il padre, un ufficiale americano della NATO, muore, torna a Napoli per partecipare al funerale e sistemare la casa di famiglia. Quella casa, sospesa nel tempo, è il teatro di ricordi nascosti e sensazioni mai elaborate. Insieme alla sorella Virginia, interpretata da una intensa Barbara Ronchi, Alice inizia a svuotare gli ambienti, a impacchettare oggetti, ma soprattutto a riaprire ferite.

Il ritorno non è solo fisico. È un ritorno alla bambina che è stata, al dolore che ha sepolto, a quel senso di smarrimento che non ha mai davvero lasciato. L’incontro con una misteriosa ragazza (Beatrice Grannò), che pare abitare la casa come un fantasma del passato, segna l’inizio di un percorso psicologico in cui la protagonista comincia a confondere realtà e memoria. Mentre si avvicina a Marc, uomo affascinante conosciuto alla commemorazione, la narrazione si fa sempre più instabile, come il suo stato emotivo.

Barbara Ronchi e il ruolo silenzioso di Virginia: perché vederlo su RaiPlay

Virginia è la sorella minore, quella che è rimasta. Vive una vita apparentemente più semplice, ma dentro porta lo stesso peso. Barbara Ronchi dà al personaggio uno spessore fatto di sguardi trattenuti, dialoghi spezzati e un dolore che si esprime più nei silenzi che nelle parole. La distanza tra Virginia e Alice è palpabile, eppure c'è una connessione profonda che emerge nei piccoli gesti, nei ricordi condivisi, nel dolore per la madre scomparsa. La Ronchi, nelle interviste, ha sottolineato quanto il film sia centrato sul tempo e sul ricordo. È una storia che parla a tutti, perché ognuno ha un passato da rielaborare e domande senza risposta che tornano a bussare quando meno ce lo si aspetta. Il dolore è collettivo, la nostalgia è un linguaggio comune.

barbara ronchi foto
Barbara Ronchi

Cristina Comencini firma un film complesso e delicato, dove la casa diventa un vero e proprio personaggio. Le stanze abbandonate, gli oggetti fuori posto, le luci filtrate dalle persiane: tutto contribuisce a creare un’atmosfera sospesa, quasi onirica. Il passato e il presente si alternano senza soluzione di continuità, grazie a un uso sapiente del montaggio e a un linguaggio visivo che predilige la metafora alla spiegazione. Il trauma, il rapporto con i genitori, la ricerca della verità e il bisogno di perdonarsi sono temi centrali. Tornare parla di riconciliazione, ma non offre soluzioni facili. La verità che affiora non consola, anzi, spesso fa più male. Ma è necessaria. Per andare avanti, bisogna guardare indietro e alla fine anche accettare.

Un film che lascia il segno

Tornare non è un film urlato. È sottile, meditativo, emotivamente potente. Non cerca lo shock, ma la comprensione. È un’opera che racconta cosa accade quando si scoperchiano i ricordi, quando si decide di fare pace con chi siamo stati. Le interpretazioni sono tutte di grande spessore, ma è la regia a tenere le fila di un racconto che sa essere elegante anche nel dolore. Cristina Comencini dirige con sensibilità, dando spazio alle ombre e ai chiaroscuri dell’anima femminile, come solo lei sa fare. Il risultato è un thriller che sfugge alle convenzioni del genere, diventando qualcosa di più profondo. Lo si può leggere come una riflessione sull’identità, sul tempo che scorre e sulle cicatrici che ci definiscono.