Su RaiPlay c'è una fiction Rai da recuperare con il mitico Valerio Mastandrea: è un vero e proprio capolavoro che vi emozionerà fino all'ultima puntata.
C’è una serie targata Rai che merita assolutamente di essere recuperata, soprattutto ora che è disponibile gratuitamente su RaiPlay. È del 2018, si guarda in un weekend e lascia il segno come poche altre. Stiamo parlando de La linea verticale, un gioiello firmato Mattia Torre e interpretato da un intenso Valerio Mastandrea. Otto episodi da circa 25 minuti, una durata perfetta per una visione concentrata e senza pause, ma anche un racconto potente che unisce commozione, ironia e una sorprendente lucidità. Questa fiction, che ha trovato nuova vita anche grazie alla recente distribuzione su Netflix, torna oggi tra i titoli da non perdere. Non solo per l’altissimo livello artistico, ma per la forza con cui riesce a parlare della malattia, della sanità pubblica e dell’essere umano con un equilibrio raro. Se cerchi una storia coinvolgente e autentica, questa è la serie che fa per te.
Su RaiPlay la fiction con Valerio Mastandrea da recuperare: emozionante fino alle fine
La linea verticale è una serie televisiva italiana andata in onda per la prima volta nel 2018. È stata ideata, scritta e diretta da Mattia Torre, uno degli autori più brillanti e originali del panorama contemporaneo, scomparso prematuramente nel 2019. La serie è tratta dal suo romanzo autobiografico pubblicato un anno prima e conserva intatta tutta la forza della testimonianza diretta. Il protagonista è Luigi, interpretato da un Valerio Mastandrea in stato di grazia. Luigi è un uomo qualunque, marito di Elena (Greta Scarano) e padre di una bambina. La sua vita cambia bruscamente quando scopre di avere un tumore al rene. Viene ricoverato in un ospedale pubblico per affrontare un’operazione delicata, e da quel momento tutto assume una nuova prospettiva.
Attraverso gli occhi di Luigi, ci si immerge nella quotidianità di un reparto di urologia oncologica: un microcosmo umano dove convivono ansie, speranze, ironia e un’insospettabile solidarietà. La malattia è il punto di partenza, ma ciò che emerge è una riflessione profonda e coinvolgente sulla vita, sulle persone e sulla forza della comunità. La forza di questa fiction sta anche nello stile narrativo. La linea verticale non è mai retorica, mai scontata. Con un tono surreale e pungente, riesce a raccontare una realtà spesso drammatica senza scivolare nel pietismo. Al contrario, l’umorismo diventa un’arma sottile per affrontare il dolore e renderlo comprensibile a tutti.

La voce fuori campo di Luigi accompagna lo spettatore in riflessioni profonde e mai banali. I compagni di stanza, il personale medico, gli infermieri e persino il cappellano dell’ospedale sono tutti personaggi che lasciano il segno, raccontati con delicatezza ma anche con spietata onestà. Mattia Torre parte dalla sua esperienza personale per costruire una narrazione che non giudica, ma osserva. La sanità pubblica italiana viene mostrata nelle sue contraddizioni ma anche nelle sue eccellenze, attraverso figure umane, imperfette, credibili.
Un cast di volti noti e un protagonista da applausi
Accanto a Mastandrea, che regala una delle interpretazioni più sincere della sua carriera, il cast vanta nomi importanti del cinema e della televisione italiana. Greta Scarano è una Elena vibrante e concreta, Giorgio Tirabassi è irresistibile nei panni del degente convinto di essere un medico, mentre Paolo Calabresi sorprende con un cappellano fuori dagli schemi. Completano il quadro Antonino Bruschetta, Antonio Catania, Elia Schilton e Babak Karimi, che porta in scena un paziente saggio e disilluso. Ogni personaggio ha un ruolo preciso, ogni dialogo ha un peso. Nulla è lasciato al caso. La coralità della narrazione è uno degli elementi più riusciti della serie, che riesce così a dipingere un quadro realistico e complesso della società contemporanea.
Perché vale la pena riscoprire questo gioiellino? Semplicemente perché La linea verticale non è solo una fiction, è una vera e propria esperienza che lascia qualcosa. Fa riflettere e commuove. Non solo, riesce anche a strappare sorrisi del tutto inaspettati. Una storia che parla a tutti. Infatti, ogni persona, prima o poi, ha a che fare con le proprie fragilità e con quelle degli altri. RaiPlay la propone in modo integrale e gratuita. Si vede tranquillamente in weekend, in quanto è una storia intensa, ma breve. Da guardare tutta d'un fiato e destinato a restare nel cuore a lungo.