Quali sono i requisiti necessari per scaricare i soldi spesi per l'affitto di appartamenti o stanze vicine alla propria università, per gli studenti fuorisede? Esperto fa chiarezza.
Essere uno studente fuorisede rappresenta un’esperienza formativa importante. Vivere lontano dalla propria famiglia stimola lo sviluppo di una maggiore autonomia, migliorando capacità di gestione del tempo, delle risorse economiche e della quotidianità. A ciò si affianca un’intensa crescita personale: affrontare nuove sfide in un contesto diverso da quello di origine porta a un’evoluzione tanto pratica quanto emotiva. Il trasferimento in un’altra città permette inoltre di entrare in contatto con culture e abitudini differenti, ampliando il proprio orizzonte sociale e culturale. Frequentare atenei fuori regione può offrire corsi più adatti alle proprie aspirazioni, oltre a favorire l’accesso a esperienze professionali diversificate.
Non mancano però i risvolti critici. Il più rilevante è senza dubbio quello economico: l’affitto rappresenta la voce di spesa più gravosa. In molte città universitarie i canoni sono elevati. Questo porta spesso le famiglie a sostenere il peso principale, oppure spinge gli studenti a trovare un lavoro, con possibili conseguenze sul rendimento accademico. Altre difficoltà riguardano la gestione domestica, la solitudine nei primi mesi e l’eventuale disorganizzazione derivante dal dover conciliare studio, lavoro e incombenze quotidiane. L’esperienza fuorisede resta comunque una tappa formativa importante, benché segnata da sfide concrete che ne condizionano profondamente il valore e l’accessibilità.
Università: ecco i requisiti per ottenere detrazioni fiscali sull'affitto degli appartamenti
Per fortuna, però, è possibile ottenere delle detrazioni fiscali per gli studenti fuorisede. Un noto esperto e commercialista italiano, il dottor Massimiliano Allievi, ha elencato i tre requisiti necessari per scaricare i soldi dell'affitto. Il primo riguarda la sede dell'università: essa si deve, cioè, trovare in un comune diverso da quello in cui gli studenti hanno la residenza. Gli studenti devono, dunque, essere obbligatoriamente degli studenti fuorisede. Il secondo requisito è la distanza: la sede dell'ateneo deve essere, cioè, distante almeno 100 chilometri dal luogo in cui gli studenti hanno la residenza.
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Il terzo requisito segue quelli precedenti: oltre alla distanza, e alla residenza diversa, infatti, l'ateneo deve trovarsi in una provincia differente dalla propria. Se così è, spiega ancora il commercialista, si ha la possibilità di recuperare il 19% dell'affitto pagato, con un limite massimo di spesa inseribile in dichiarazione dei redditi di 2.633 euro. Si possono recuperare, dunque, all'incirca 500 euro all'anno di affitto, e questo vale anche se l'affitto viene pagato per i familiari a carico, e cioè nel caso in cui i genitori pagassero per i figli. Si tratta, pertanto, sicuramente, di un'agevolazione fiscale importante per gli studenti fuorisede, e sono agevolabili anche i collegi universitari, oltre agli appartamenti presi in affitto: insomma, questa è una scelta da valutare, se si ha intenzione di iscrivere i propri figli a università lontane da casa.
