Ieri sera è andata in onda la prima puntata della fiction su Rai 1, Gerri: al pubblico è piaciuta, ma c'è una sola nota stonata, ecco quale e perché è impossibile non notarla.
La prima puntata di Gerri, andata in onda il 5 maggio 2025 su Rai 1, introduce il personaggio di Gregorio Esposito, detto Gerri, un ispettore di polizia di origine rom che lavora a Trani e affronta sia casi complessi di cronaca che una profonda ricerca sulle proprie origini. Un debutto che non è passato inosservato. La prima puntata della nuova fiction Rai ha portato in scena un protagonista diverso da tutti gli altri. Gregorio è un ispettore di polizia che opera a Trani e si muove con passo deciso tra misteri irrisolti e fantasmi personali. La sua storia è al centro di un intreccio narrativo teso e coinvolgente, che ha saputo tenere incollato il pubblico davanti allo schermo per tutta la durata dell’episodio.
Nella prima puntata, il caso su cui Gerri si trova a indagare non è semplice. Rossella Albani, diciottenne figlia di un noto avvocato della zona, viene trovata senza vita su una spiaggia. Strangolata, abbandonata, dimenticata. Da subito, l’indagine assume contorni oscuri. Il caso richiama alla memoria un altro omicidio, mai risolto, che aveva colpito una ragazza rom. Troppe coincidenze per non destare sospetti. Gerri si trova così a muoversi tra segreti familiari, tensioni sociali e indizi che portano dritti al cuore di una comunità inquieta. Nel corso dell’indagine, l’ispettore interroga il padre della vittima, la sua migliore amica Lavinia e il fidanzato Giacomo Longo, erede di un’altra famiglia potente. Tre figure chiave, tre versioni diverse, nessuna del tutto limpida. Tutti sembrano nascondere qualcosa. Gerri, con il suo stile diretto e il suo intuito spesso fuori dagli schemi, scava tra mezze verità e silenzi pesanti.
Ma quello che rende il personaggio affascinante è il contrasto tra il suo ruolo istituzionale e il tormento privato. Gerri è un seduttore, ma incapace di costruire relazioni vere. Cerca risposte nei volti degli altri, ma le domande più urgenti riguardano sé stesso. La sua origine rom, il legame con un passato rimosso, i nodi mai sciolti che riaffiorano tra un interrogatorio e l’altro. La tensione non è solo narrativa. È anche interiore, profonda, lacerante. C'è qualcosa, però, che non è piaciuta del tutto al pubblico. L'unica nota stonata della fiction Rai, scopriamo insieme quale.
Gerri su Rai 1 piace, ma c'è un'unica nota stonata: ecco quale e perché
Al suo fianco c’è il commissario Alfredo Marinetti, figura solida ma ambigua. Lo protegge, ma lo osserva. Capisce che dietro alla sicurezza di Gerri si nasconde un’anima spezzata. Ancora più interessante è il rapporto con Lea Coen, vice ispettrice interpretata da Valentina Romani. Non si lascia incantare dal carisma di Gerri, ma lo sfida, lo mette in discussione, lo osserva per quello che è, non per quello che vuole sembrare.
La serie, tratta dai romanzi di Giorgia Lepore, si distingue per la sua capacità di fondere genere poliziesco e introspezione. La città di Trani diventa teatro e personaggio. Le sue strade, il mare, i suoi angoli nascosti riflettono il buio dei casi su cui Gerri indaga e quello che si porta dentro. Il ritmo è serrato, la scrittura curata, le atmosfere cupe quanto basta per mantenere viva la tensione. Il pubblico ha premiato la storia, ma ha segnalato un problema tecnico che ha rovinato in parte l’esperienza.

A rovinare in parte l’entusiasmo è stato l’audio. Diversi spettatori hanno segnalato difficoltà a comprendere i dialoghi. In alcune scene le parole risultavano poco chiare, sovrastate da musiche di sottofondo o recitate con voce troppo bassa. Un problema tecnico che ha generato frustrazione, soprattutto perché la narrazione si fonda molto sul linguaggio, sui silenzi, sulle sfumature. Qualcuno, infatti, su X ha fatto notare quanto poco si sentisse l'audio e quanto fosse difficile ascoltare bene tutte le parole. Qualcuno ha persino pensato di mettere i sottotitoli. Altri hanno sostenuto che l'attore protagonista, nonostante la bravura, "come dizione ha ancora da lavorare".
Il rischio, in questi casi, è che il pubblico si allontani. Quando una storia così potente viene penalizzata da un difetto tecnico evidente, l’esperienza di visione perde forza. Non basta un buon protagonista, non bastano una scrittura solida e una regia curata. Serve attenzione anche alla parte tecnica, perché oggi lo spettatore è esigente, e ha ragione a esserlo. Nonostante questo, Gerri si è imposto come un esordio riuscito. La serie ha tutte le carte in regola per crescere e conquistare una fetta di pubblico sempre più ampia. Ma per farlo dovrà ascoltare chi l’ha seguita con entusiasmo e risolvere i problemi che rischiano di diventare ostacoli.