Su RaiPlay un film raro con Adriano Giannini: una storia d'amore diversa da tutte

Su RaiPlay c'è un film unico con Adriano Giannini: una storia d'amore che va oltre tutto e una riflessione sul vedere, oltre la vista.

Il colore nascosto delle cose, film drammatico diretto da Silvio Soldini nel 2017, propone un racconto intimo che esplora i temi della percezione, della vulnerabilità e del cambiamento personale. La pellicola, una coproduzione tra Italia, Francia e Svizzera, affida ai protagonisti Valeria Golino e Adriano Giannini il compito di guidare lo spettatore attraverso una storia che si muove tra quotidianità e trasformazione emotiva.

Il film ruota attorno alla figura di Teo, un pubblicitario quarantenne abituato a gestire la vita con distacco. Professionista affermato, vive costantemente connesso, impegnato a inseguire risultati e relazioni superficiali. Dietro l’apparente equilibrio, però, si cela un’incapacità cronica di affrontare le responsabilità affettive. La sua routine viene messa in discussione dall’incontro con Emma, una donna non vedente, autonoma e consapevole, che ha costruito un’esistenza fondata sull’indipendenza e sulla capacità di ascolto.

Il film non propone un semplice racconto sentimentale. Attraverso la relazione tra Teo ed Emma, affronta il confronto tra due modalità di percepire il mondo. Teo si muove all’interno di un universo fatto di immagini, apparenze e parole non dette. Emma, al contrario, ha una relazione diversa con la realtà: non visiva, ma non per questo meno profonda. Il suo sguardo sulle persone e sulle cose è privo di filtro, costruito sull’esperienza sensoriale e sull’intuito.

La cecità di Emma non è mai raccontata come una limitazione assoluta, ma come un’altra forma di presenza nel mondo. Questo approccio consente al film di evitare i luoghi comuni legati alla rappresentazione della disabilità. La protagonista non viene mai ridotta a un simbolo, ma rimane una figura concreta, con punti di forza e zone d’ombra. È lei, paradossalmente, ad avere maggiore lucidità rispetto alle dinamiche relazionali, ed è proprio questa differenza a mettere in crisi Teo.

RaiPlay, il film con Adriano Giannini da recuperare: incredibile storia d'amore

Il colore nascosto delle cose si concentra sull’evoluzione silenziosa dei personaggi, in particolare su quella di Teo. L’uomo, che inizialmente sembra impermeabile a qualsiasi forma di coinvolgimento autentico, si trova progressivamente spinto a riconsiderare le proprie scelte, anche grazie al confronto con Emma. Tuttavia, non si tratta di una trasformazione netta o definitiva. Il film, infatti, evita risoluzioni consolatorie. La relazione tra i due protagonisti si interrompe, ma lascia in entrambi un segno duraturo. Questo aspetto permette al film di mantenere una coerenza narrativa che privilegia la verosimiglianza rispetto alla costruzione di un finale armonico. L’incontro tra Teo ed Emma diventa così un passaggio importante, ma non necessariamente definitivo. Una parentesi che produce effetti profondi, ma non spettacolari.

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Valeria Golino in una scena del film su RaiPlay

Dal punto di vista visivo, Soldini adotta uno stile discreto, che si affida spesso a immagini sfocate, suoni ambientali e giochi di luce. La regia accompagna i personaggi senza invadere la narrazione. Le scelte stilistiche suggeriscono una riflessione sulla differenza tra vedere e comprendere. Lo spettatore è chiamato a interrogarsi sul valore dello sguardo e sulla possibilità di una percezione più profonda e meno immediata. Anche i personaggi secondari contribuiscono ad arricchire il racconto. Tra questi, emerge Nadia, una giovane ipovedente che Emma aiuta a trovare fiducia in sé stessa. Il loro rapporto rappresenta una delle linee narrative più significative del film, poiché mostra un passaggio di esperienze fondato sulla solidarietà concreta.

Perché vale la pena vederlo

Il colore nascosto delle cose è stato accolto positivamente dalla critica, soprattutto per la delicatezza con cui affronta il tema della disabilità visiva. Valeria Golino ha ricevuto elogi per la sua interpretazione e ha ottenuto una candidatura al Globo d’Oro e al David di Donatello. Il film è stato presentato fuori concorso alla 74ª Mostra del Cinema di Venezia e ha avuto un buon riscontro al botteghino italiano. Il pregio principale della pellicola sta nella capacità di affrontare temi complessi senza cadere nel melodramma. I due protagonisti non vivono una storia d'amore esemplare e neanche comune. Il loro rapporto è fatto di tensioni, forti dubbi e spesso anche difficoltà.

Proprio per questo vale la pena vederlo, specie se si cerca qualcosa di diverso dal solito e che va oltre le mere aspettative. Non c'è l'idealizzazione dell'amore e proprio questa onestà narrativa rende il film particolarmente interessante. Insomma, il regista mostra le relazioni per quello che sono, con le loro fragilità e tutto il potenziale che possono avere, specie col passare del tempo.