Cucinare la carne usando la fisica: ecco il segreto della fisica per una grigliata di carne perfetta.
La grigliata di carne rappresenta un rito conviviale profondamente radicato nella tradizione italiana, soprattutto nei mesi di aprile e maggio, quando il clima mite invita a trascorrere più tempo all'aperto. Questo momento collettivo, che coinvolge amici e famiglie, diventa occasione per condividere buon cibo e risate in un’atmosfera rilassata e informale. La primavera, grazie alle temperature gradevoli e alla rinascita della natura, offre lo scenario perfetto per picnic e grigliate nei parchi, nei giardini o in campagna.
Le festività come Pasquetta, il 25 aprile e il 1° maggio, favoriscono la diffusione di queste usanze, arricchendo ogni incontro di un significato particolare. L’organizzazione della grigliata è un vero lavoro di squadra: ogni partecipante porta qualcosa, mentre il “maestro della griglia” gestisce con orgoglio la cottura della carne. Le carni più gettonate sono salsicce, costine, spiedini e bistecche, spesso accompagnate da verdure grigliate, bruschette e insalate fresche. Non tutti sanno, però, come cucinare la carne in maniera corretta, quando si fa la grigliata. Per questo, alcuni pezzi potrebbero risultare troppo cotti, troppo crudi, oppure non cotti in maniera consona.
Carne: il segreto per una grigliata perfetta sta nella fisica
Per fortuna, la fisica ci viene in aiuto: è proprio sfruttando questa scienza, infatti, che si può preparare una grigliata perfetta. Lo ha spiegato anche un noto professore di fisica, Vincenzo Schettini, sulla pagina social 'La fisica che ci piace'. In particolare, Schettini ha spiegato che sono fondamentali tre grandezze fisiche: temperatura, calore e distanza dalla carbonella. La prima cosa da ricordare è che, una volta accesi i carboni, questi non si devono accumulare stretti, ma bisogna lasciare alcuni piccoli passaggi per l'aria: questo perché l'ossigeno è essenziale per una corretta accensione. Dopodiché, bisogna ricordare che il fuoco deve essere tenuto vivo: bisogna, dunque, monitorarlo, in modo tale da non farlo mai spegnere o di far ridurre la potenza.
Visualizza questo post su Instagram
Per tenerlo vivo, però, non bisogna usare l'alcool o altri liquidi infiammabili: la loro reazione con i carboni accesi potrebbe essere fatale. Al posto dell'alcool, c'è un gesto fondamentale, suggerisce l'esperto, che può aiutare a tenere il fuoco vivo: fare una ventata d'aria per fornire ossigeno e favorire la combustione. La temperatura deve essere mantenuta, in particolare, tra i 200 e i 500°C. Per rendersi conto che la temperatura sia questa, basta osservare il colore dei carboni: carboni roventi e rossicci indicano, infatti, una temperatura ideale. Se sono tutti neri, o coperti di cenere bianca, invece, potrebbero essere troppo freddi. Con una ventata d'aria, aiutandovi con un supporto fisico, ravviverete nuovamente il fuoco.
Le altre due grandezze
Abbiamo parlato della temperatura, mentre ora parleremo del calore e della distanza dalla carbonella. L'esperto spiega che la fisica dice che il meccanismo principale, con cui i carboni trasferiscono il calore alla carne, è l'irraggiamento, che è uno dei tre modi di propagazione del calore. Per farlo propagare bene, la distanza della carne dalla carbonella deve essere di pochi centimetri: se è troppo vicina, infatti, essa si brucerà, mentre se è troppo lontana potrebbe seccarsi troppo. Qualche centimetro di distanza è, invece, l'ideale.

Terminiamo con quale tipo di carne cuocere per prima, in una grigliata mista. Conviene, spiega l'esperto, cuocere prima, quando il fuoco è forte, la carne ricca di acqua, come le salsicce. Questo, al fine di evitare cali di temperatura dovuti alla fuoriuscita dell'acqua.