Maria Corleone 2 su Canale 5 non convince del tutto: il grande punto debole

Nella serata di ieri, 29 aprile, è andata in onda su Canale 5 la prima puntata di Maria Corleone 2, ma non convince del tutto, perché? Ecco qual è il suo unico punto debole.

La seconda stagione di Maria Corleone ha fatto il suo ritorno ieri sera su Canale 5, portando con sé nuove tensioni, vecchi fantasmi e una protagonista più combattuta che mai. La fiction, diretta da Mauro Mancini e interpretata da Rosa Diletta Rossi, riprende esattamente da dove si era conclusa la prima stagione. Durante la sfilata del brand “Lady by Corleone”, Maria viene colpita da un attentato architettato dal killer Tony Zerilli, figura chiave nella nuova spirale di vendetta e giustizia che coinvolge la famiglia Corleone e il PM Luca Spada.

Otto episodi, distribuiti in quattro prime serate, promettono un ritmo serrato e un’estetica curata, tra Milano, Palermo e il cuore delle lotte familiari che ormai sono diventate marchio di fabbrica della serie. Se da un lato il ritorno di Maria Corleone ha riacceso l’interesse del pubblico per le storie al femminile in contesti criminali, dall’altro è impossibile ignorare il principale punto debole che accompagna la narrazione. Parliamo, infatti, della sua forte, forse eccessiva, somiglianza con Rosy Abate, un altro prodotto Mediaset che ha segnato profondamente l’immaginario del pubblico.

Maria Corleone 2 su Canale 5: il punto debole che non convince del tutto

Maria Corleone ha riscosso interesse per la sua protagonista femminile in un contesto tipicamente maschile, ma la serie non è esente da criticità. La protagonista è una stilista di successo, ma anche figlia di una famiglia mafiosa che non le permette mai davvero di uscire da quel mondo. La seconda stagione approfondisce ancora di più il conflitto tra l’identità che desidera costruire e le radici da cui non riesce a staccarsi. Dopo l’attentato, la sua lotta non è solo contro il nemico visibile, Tony Zerilli, ma anche contro se stessa. Vendetta o legalità? Istinto familiare o ricostruzione di un legame con Luca, l’ex compagno e padre di suo figlio Giovannino?

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Maria Corleone

Questa dualità dovrebbe rappresentare la forza del personaggio. Eppure, paradossalmente, è proprio qui che si apre la crepa più evidente della fiction. Perché l’arco narrativo di Maria ricorda fin troppo da vicino quello di Rosy Abate, tanto da far emergere una sensazione di déjà-vu che rischia di appiattire il racconto. Rosy era anche lei madre, divisa tra un passato ingombrante e la voglia di riscatto, combattiva e dolente, sempre in bilico tra il bene e il male. Maria sembra ricalcarne le orme, con una patina forse più fascinosa ed elegante, ma senza aggiungere un vero aspetto innovativo. Il rischio, concreto, è che lo spettatore avverta una sorta di “reincarnazione” narrativa piuttosto che una nuova storia originale.

La somiglianza non si limita alla trama. Anche l’impostazione visiva, il tono emotivo e perfino alcuni snodi narrativi sembrano strizzare l’occhio troppo apertamente alla saga della Abate. Questo rende difficile per Maria Corleone affermarsi davvero come personaggio autonomo e memorabile. Il paragone è sempre dietro l’angolo, soprattutto per chi ha seguito con passione le vicende della mafiosa interpretata da Giulia Michelini. Il pubblico più affezionato a quel mondo si mostra restio ad accettare una nuova figura femminile che, pur avendo delle caratteristiche proprie, finisce per muoversi in uno schema già visto. Il risultato? Una minore presa emotiva, una narrazione che rischia di sembrare già scritta.

Una fiction che funziona, ma non osa

Oltre al confronto con Rosy Abate, c’è un altro nodo critico che emerge anche nella seconda stagione: la fascinazione del mondo mafioso. Nonostante le intenzioni degli autori di raccontare il costo umano delle scelte criminali, il rischio di rendere affascinante quel contesto è ancora presente. I set curati, gli abiti eleganti, le dinamiche interne alla “famiglia”. tutto contribuisce a creare un’estetica che, per quanto drammatica, finisce per sedurre. Questo non è un aspetto che riguarda solo Maria Corleone, ma è un tratto comune a molte fiction italiane a tema mafia. Tuttavia, in questo caso, la tensione tra il desiderio di denuncia e l’esigenza di intrattenimento risulta particolarmente evidente.

Maria Corleone 2, resta comunque una fiction ben realizzata. Del resto, bisogna pensare che comunque c'è stata una prima stagione di successo ed è anche per questo che hanno ben pensato di scrivere, produrre e mandare in onda una seconda stagione. La protagonista resta una donna molto carismatica e ben solida. L'attrice che la interpreta, Rosa Diletta Rossi, veste i suoi panni con grande determinazione, ma il vero problema non è l'interpretazione. La stessa attrice, tra l'altro, sta preparando un'altra fiction Rai piuttosto diversa e fuori dal comune. Molto probabilmente servirebbe qualcosa di più innovativo per intrattenere il pubblico maggiormente, una tematica diversa. Insomma, la scrittura sembra comunque scegliere percorsi già battuti con il rischio di non rinnovarsi mai davvero.