Ecco cosa cambia nel 2025 e nel 2026 riguardo il regime di tassazione delle criptovalute: le tre cose essenziali da sapere, secondo quanto spiegato da una nota esperta.
Le criptovalute sono monete digitali decentralizzate, nate e gestite esclusivamente tramite internet, senza il controllo di banche centrali o autorità pubbliche. Rappresentano un valore digitale utilizzato come mezzo di scambio o come forma di investimento, trasferibile e negoziabile attraverso portafogli virtuali. Il loro funzionamento si basa principalmente sulla tecnologia blockchain, che assicura elevati standard di sicurezza e trasparenza nelle transazioni. Le criptovalute sono convertibili in valute tradizionali come euro o dollaro, ma non devono essere confuse con i sistemi di pagamento elettronico classici.
Fino al 2022, la normativa italiana non offriva una disciplina fiscale chiara per le criptovalute, generando incertezza sul trattamento delle plusvalenze derivanti dalla loro cessione. Con la Legge di Bilancio 2023, è stata introdotta una regolamentazione specifica all’interno del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), qualificando le plusvalenze come “redditi diversi”. Dal 2023, si applicava un’imposta sostitutiva del 26% sui profitti generati da operazioni in criptovalute, a condizione che le plusvalenze annuali superassero i 2.000 euro; al di sotto di questa soglia non vi era tassazione. Le permute tra criptovalute di pari caratteristiche non avevano rilevanza fiscale. Inoltre, è stata prevista un’imposta di bollo annua pari allo 0,2% sul valore delle cripto-attività detenute al 31 dicembre e l’obbligo di indicazione delle stesse nel quadro RW della dichiarazione dei redditi per finalità di monitoraggio fiscale.
Criptovalute, cosa cambia nel 2025 (e nel 2026): nota commercialista spiega tre cose essenziali da sapere
A partire dal primo gennaio 2025, sono cambiate diverse cose sulle criptovalute, come previsto dall'ultima legge di bilancio, la n°207/2024. Una nota commercialista ed esperta, la dottoressa Camilla Vignoli, ha rivelato tre cose fondamentali da sapere, per quanto riguarda i cambiamenti previsti dalle suddetta legge di bilancio. La prima cosa da sapere è che è stata confermata l'aliquota del 26% sulle plusvalenze dalla vendita di criptovalute, esattamente come previsto nella legge di bilancio del 2023. Cambia, però, qualcosa di importante, e questa è la seconda cosa da sapere.
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Rispetto agli anni precedenti, infatti, è stata cancellata la soglia esente. Da quest'anno, infatti, anche i guadagni sotto i 2.000 euro saranno tassati, con l'imposta sostitutiva del 26%. Imposta sostitutiva che, però, dall'anno prossimo potrebbe cambiare. È questa, infatti, la terza cosa da sapere, secondo la nota esperta: dal 2026, infatti, l'aliquota potrebbe aumentare, dal 26% al 33%. Una possibilità che si può valutare, adesso, di percorrere, conclude l'esperta, è rivalutare il valore delle proprie criptovalute al primo gennaio 2025, pagando un'imposta sostitutiva del 18%. In questo modo, si potrà ridurre l'impatto fiscale che si avrà in futuro, in caso di plusvalenze da rivendita.
Per chi decidesse di seguire questo consiglio, al fine di ottimizzare la propria strategia fiscale sulle criptovalute, la commercialista ricorda che si ha tempo fino al novembre 2025. È, dunque, meglio muoversi ora, per tempo.
Cosa significa rivalutare le proprie criptovalute
La Legge di Bilancio 2025 introduce la possibilità di rivalutare il valore fiscale delle criptovalute possedute al 1° gennaio 2025. Chi aderisce può fissare come nuovo costo fiscale il valore di mercato di quella data, pagando un’imposta sostitutiva del 18%. Questo meccanismo consente di ridurre il carico fiscale futuro. Questo, dato che dal 2026 l’aliquota sulle plusvalenze salirà al 33% e verrà eliminata ogni soglia di esenzione.

Ad esempio, chi ha acquistato Bitcoin a 10.000 euro e vede il valore salire a 40.000 euro potrà rivalutare pagando 7.200 euro. In questo modo, eviterà di tassare l’intero guadagno in caso di vendita successiva. La rivalutazione permette quindi di "cristallizzare" il valore fiscale, pagando oggi una tassazione inferiore rispetto a quella prevista nei prossimi anni. Per usufruire di questa opportunità, l’imposta dovrà essere versata entro il 30 novembre 2025.