Dare le dimissioni senza preavviso: è possibile oppure no? Un noto esperto fa chiarezza: ecco la risposta, basata sulla normativa e sui Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro.
Le dimissioni rappresentano l’atto attraverso cui un lavoratore dipendente decide di interrompere unilateralmente il contratto di lavoro con il proprio datore. Si tratta di una scelta volontaria, che può essere esercitata in qualsiasi momento, a condizione che vengano rispettati i requisiti stabiliti dalla normativa e dal contratto collettivo applicato. In Italia, la procedura standard per presentare le dimissioni è esclusivamente telematica. Il lavoratore deve utilizzare il portale del Ministero del Lavoro (Cliclavoro) o INPS, accedendo con le proprie credenziali digitali (SPID, CIE, CNS). Una volta compilato il modulo online e indicata la data dell'ultimo giorno di lavoro, la comunicazione viene inviata istantaneamente al datore di lavoro. In alternativa, è possibile ricevere assistenza da patronati, sindacati, consulenti del lavoro o dall’Ispettorato del Lavoro per completare correttamente la procedura.
La modalità telematica è obbligatoria per tutti i lavoratori del settore privato, salvo alcune eccezioni, come nel caso dei dipendenti pubblici o di coloro che sono ancora in periodo di prova. Le dimissioni possono essere revocate entro sette giorni dall’invio, sempre tramite la stessa piattaforma. Un altro aspetto importante riguarda il preavviso, che solitamente deve essere rispettato dal lavoratore che intende dimettersi. La durata del periodo di preavviso è fissata dal contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) e varia in base all’anzianità del lavoratore e al livello contrattuale. Durante il periodo di preavviso, il dipendente continua a lavorare e a percepire la retribuzione fino alla data di cessazione del contratto.
Dimissioni senza preavviso: è possibile darle oppure no?
Ma, a proposito di preavviso, è possibile dare le dimissioni senza preavviso? Un noto commercialista, il dottor Giorgio Infantino, ha fatto chiarezza su tale questione, sottolineando che non è possibile, di norma, trasmettere le dimissioni senza preavviso e non avere conseguenze. L'esperto ha, in effetti, spiegato che il periodo di preavviso dipende dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro, applicato al rapporto di lavoro, così come dal livello del lavoratore e da tanti altri fattori, che possono influenzarne la durata. Qualora si decidesse di trasmettere le dimissioni senza preavviso, il datore di lavoro avrà il diritto di chiedere un'indennità di mancato preavviso, che potrà trattenere, automaticamente, dall'ultima busta paga.
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È, dunque, possibile non dare il preavviso, ma si verrà puniti nel suddetto modo. Ci sono, però, delle eccezioni: tre casi, cioè, in cui è possibile dare le dimissioni senza preavviso, senza dover pagare l'indennità prima citata. Il primo caso riguarda le dimissioni per giusta causa, ovvero quando il datore di lavoro commette gravi inadempimenti (come il mancato pagamento dello stipendio, molestie, mobbing o gravi violazioni contrattuali). In questi casi, il lavoratore può recedere immediatamente dal contratto.

Il secondo caso riguarda il Periodo di prova, durante il quale sia il lavoratore che il datore di lavoro hanno la possibilità di interrompere il contratto senza preavviso. Infine, c'è il periodo protetto per maternità o paternità, che riguarda le dimissioni presentate durante il primo anno di vita del bambino, periodo in cui non è richiesto il preavviso. Inoltre, alcuni contratti collettivi prevedono ulteriori eccezioni in particolari casi, come per matrimonio o per lavoratori minorenni.