Una nota esperta di diritto del lavoro rivela tre cose fondamentali da sapere, per gli studenti lavoratori o, comunque, per chi ha intenzione di ricominciare a studiare: una di queste riguarda un congedo di 11 mesi.
La relazione tra studio e lavoro è sempre più marcata, specialmente in un contesto dove la formazione continua è cruciale per mantenere la competitività. Due categorie esemplificano questa connessione: gli studenti lavoratori e i lavoratori che decidono di tornare a studiare. Gli studenti lavoratori sono individui che conciliano l’impegno accademico con un’attività lavorativa. Possono essere universitari che sostengono i propri studi con un impiego part-time, oppure professionisti a tempo pieno che si dedicano alla formazione continua per aggiornare le proprie competenze. Studiare mentre si lavora comporta vantaggi significativi, come l’opportunità di applicare immediatamente le conoscenze sul posto di lavoro, migliorare la gestione del tempo e sviluppare abilità trasversali, quali l’organizzazione e la responsabilità. Tuttavia, non mancano le sfide, tra cui il difficile equilibrio tra studio e lavoro, lo stress derivante dalle scadenze e la necessità di mantenere alta la motivazione.
I lavoratori che tornano a studiare spesso intraprendono questa scelta per avanzare nella carriera o acquisire competenze in un mercato in continua evoluzione. Le motivazioni principali includono l'ambizione di migliorare la posizione professionale o di perseguire un sogno personale. Tornare a studiare offre la possibilità di aumentare la soddisfazione personale e professionale, ampliando le opportunità di carriera e guadagno. Tuttavia, anche in questo caso, la gestione del tempo, l’adattamento a nuove tecnologie e il bilanciamento tra vita privata e lavoro rappresentano sfide non trascurabili. Infine, la formazione continua è ormai imprescindibile in un mondo dove le competenze si evolvono rapidamente. La filosofia del lifelong learning sottolinea la necessità di un apprendimento costante per rimanere competitivi nel tempo.
Studenti lavoratori: avvocato rivela tre cose fondamentali da sapere
Sia per gli studenti lavoratori, che per i lavoratori che tornano a studiare, ci sono delle cose fondamentali da sapere. Una nota esperta di diritto del lavoro, l'avvocato Wanda Falco, ne ha rivelate tre, che valgono, ovviamente, per entrambe le categorie (assimilabili, in ogni caso, allo status di studenti lavoratori). La prima informazione riguarda l'articolo 10 dello Statuto dei lavoratori: secondo questo articolo, i lavoratori iscritti a scuole primarie, secondarie e di qualificazione professionale hanno diritto a turni di lavoro che agevolino la frequenza dei corsi e la preparazione degli esami. I datori di lavoro, dunque, devono consentire turni di lavoro compatibili con le esigenze scolastiche.

Ciò riguarda anche gli straordinari: gli studenti lavoratori, spiega l'esperta, sono tra le categorie di dipendenti che non sono obbligate a lavorare durante gli straordinari. La seconda cosa riguarda i permessi giornalieri retribuiti: gli studenti universitari hanno, infatti, permessi giornalieri orari, grazie ai quali possono svolgere le prove d'esame. L'avvocato rivela anche che la maggior parte dei CCNL prevede 150 ore di permessi retribuiti ogni tre anni, per frequentare i corsi di studio, ma per essere certi sul numero è necessario consultare il proprio Contratto di riferimento.
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Infine, parliamo del congedo di 11 mesi: l'esperta rivela che la legge numero 53 del 2000, all'articolo 5, riconosce al lavoratore che abbia un'anzianità di servizio di almeno cinque anni, la possibilità di usufruire di un congedo non retribuito di durata non superiore 11 mesi nell'arco della vita lavorativa, ad esempio per completare la scuola dell'obbligo, conseguire il diploma, la laurea o seguire altri corsi di formazione.