Ecco quanto deve durare la pausa al lavoro, e per quali lavoratori deve durare di più: la spiegazione di una nota esperta.
Durante l'orario lavorativo, ogni lavoratore è tenuto a rispettare determinati doveri fondamentali, che garantiscono un ambiente di lavoro produttivo e sicuro. Questi doveri sono legati alla qualità delle prestazioni, alla sicurezza sul posto di lavoro e alla lealtà verso l'azienda. Il dovere di diligenza impone ai lavoratori di svolgere le proprie mansioni con attenzione, seguendo gli standard richiesti dalla natura del lavoro e dall'interesse dell'impresa. Questo impegno ha come obiettivo non solo il successo dell'azienda, ma anche il contributo al benessere economico e sociale a livello nazionale. Il dovere di obbedienza implica il rispetto delle direttive ricevute dai superiori e il seguire le normative aziendali. Questo obbligo garantisce una gestione coerente e ordinata delle attività lavorative, evitando conflitti e confusione all'interno dell'ambiente professionale.
Oltre agli obblighi, i lavoratori godono di diritti fondamentali che devono essere rispettati dal datore di lavoro. Tra i più rilevanti c'è il diritto alla retribuzione, che deve essere proporzionata sia alla quantità che alla qualità del lavoro svolto. La retribuzione deve essere sufficiente a garantire un'esistenza dignitosa al lavoratore, in linea con le condizioni economiche e sociali. C'è, poi, il diritto al riposo: i lavoratori hanno diritto a un riposo giornaliero di almeno 11 ore consecutive e a una giornata di riposo settimanale di almeno 24 ore. Questi periodi di riposo sono fondamentali per evitare il burnout e per favorire la produttività a lungo termine. Il diritto alla salute e sicurezza sul lavoro è sancito dalla legge, e i lavoratori devono essere messi nelle condizioni di operare in un ambiente che garantisca la loro incolumità.
Diritto alla pausa durante la giornata di lavoro: a quanti minuti hanno diritto i dipendenti
Infine, il diritto alla pausa è un aspetto che non va trascurato. Come spiega una nota esperta di diritto del lavoro, l'avvocato Wanda Falco, il decreto legislativo n°66 del 2003 stabilisce che, quando la giornata lavorativa è pari o superiore a sei ore, il lavoratore ha diritto a una pausa, la cui durata e le cui modalità sono stabilite dalla contrattazione collettiva. Questa pausa può essere sfruttata per bere un caffè, o anche per fumare una sigaretta, o per altre attività. Se il contratto collettivo non disciplina la pausa, spetta, comunque, un'interruzione non inferiore a dieci minuti, nel caso in cui la giornata lavorativa sia, per l'appunto, pari o superiore a sei ore.
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Ci sono, poi, dei casi particolari, per i quali la pausa deve necessariamente durare di più. È il caso dei conducenti, o anche dei video-terminalisti. I video-terminalisti sono, in particolare, i lavoratori che eseguono la prestazione lavorativa abitualmente al computer. In particolare, i video-terminalisti hanno diritto almeno a 15 minuti di pausa, per ogni due ore trascorse davanti al computer. Per i conducenti, invece, ogni quattro ore e mezza di guida, è prevista una pausa di almeno 45 minuti. Le deroghe possono esserci, ma devono essere più favorevoli per i lavoratori: si può stabilire una pausa maggiore, infatti, ma non inferiore al limite minimo previsto.
