Il fisco ha un tempo massimo per notificare le cartelle di pagamento: una nota esperta rivela cosa succede se questo tempo viene superato, e per quale motivo.
Il sistema fiscale italiano, sotto la direzione dell’Agenzia delle Entrate, è incaricato della gestione e della riscossione delle imposte dovute dai contribuenti. In presenza di un mancato versamento, l’Agenzia procede con l’iscrizione a ruolo delle somme non corrisposte, generando così un credito erariale da recuperare in via coattiva. In tale contesto, le cartelle di pagamento rappresentano il principale strumento operativo attraverso cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione — subentrata alle competenze di Equitalia — comunica formalmente al contribuente l’obbligo di versamento. Tali documenti riportano con precisione l’importo dovuto, i termini di pagamento e le modalità attraverso cui adempiere all’obbligazione.
Il processo si articola in tre passaggi distinti. In primo luogo, l’Agenzia delle Entrate iscrive a ruolo l’importo non versato. Successivamente, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione emette la cartella, nella quale vengono elencati tutti i dati rilevanti ai fini del pagamento. Infine, la cartella è notificata al contribuente, che è tenuto a regolarizzare la propria posizione entro il termine indicato, generalmente pari a sessanta giorni dalla notifica. Va chiarito che il fisco individua il debito tributario, mentre la cartella costituisce il mezzo con cui tale debito viene formalmente richiesto. Il contribuente, a fronte della notifica, è posto nella condizione di adempiere spontaneamente, evitando così l’attivazione di procedure esecutive o cautelari.
Cartelle di pagamento: ecco quanto tempo ha il fisco per notificarle
Non tutti sanno, però, che l'Agenzia delle Entrate-Riscossione ha un tempo massimo per notificare le cartelle di pagamento. A parlarne, è stata anche una nota esperta e commercialista, la dottoressa Camilla Vignoli. In particolare, l'esperta ha spiegato che il fisco ha quattro anni, dalla presentazione della dichiarazione dei redditi, per notificare la cartella di pagamento, se si parla di controlli formali. Ad esempio, dunque, spiega ancora l'esperta, per chi ha presentato la dichiarazione interessata nel 2019, il tempo è scaduto il 31 dicembre 2024. Attenzione, però, prima della cartella di pagamento, ci deve essere una comunicazione degli esiti del controllo, e cioè il famoso avviso bonario.
Visualizza questo post su Instagram
Per chi non ha mai ricevuto l'avviso bonario, dunque, la cartella potrebbe essere nulla. Qualora la cartella fosse notificata in ritardo, oppure non ci fosse stato prima l'avviso bonario, dunque, il contribuente potrà contestarla. Si può, altresì, contestare l'avviso bonario, se non si è d'accordo con l'importo previsto. Conviene, in ogni caso, parlare prima con il proprio commercialista e con il proprio avvocato, per sapere se la cartella è legittima e, se non lo fosse, come impugnarla in maniera corretta.
