Cosa succede a chi schiaccia un pisolino a lavoro? Le conseguenze possibili sono diverse, e ce ne è anche una che non tutti si aspetterebbero: tutti i dettagli, spiegati da una nota esperta.
I procedimenti disciplinari rappresentano uno dei momenti più delicati nella gestione del rapporto di lavoro. Si tratta di un'area regolata con precisione dal Codice Civile e dallo Statuto dei lavoratori, che assegna al datore di lavoro il diritto di sanzionare le violazioni degli obblighi contrattuali. Ma quali sono le regole da seguire e quali i comportamenti che possono portare a una sanzione? La normativa italiana stabilisce che un dipendente non può essere punito senza una procedura chiara e trasparente. L’articolo 7 dello Statuto dei lavoratori impone che il codice disciplinare venga reso noto ai lavoratori, per esempio attraverso un’affissione in azienda. Qualsiasi sanzione deve essere preceduta da una contestazione scritta, che deve indicare con chiarezza l’infrazione commessa.
Una volta ricevuta la contestazione, il dipendente ha cinque giorni per presentare le proprie giustificazioni, anche con il supporto di un rappresentante sindacale. Solo dopo questa fase il datore di lavoro può decidere di applicare una sanzione, che può variare dal richiamo scritto fino al licenziamento, a seconda della gravità della violazione. Se il lavoratore ritiene che la punizione sia ingiusta, ha diritto di impugnarla. Non tutte le infrazioni hanno lo stesso peso, ma alcuni comportamenti possono facilmente innescare un procedimento disciplinare. Tra le cause più comuni ci sono assenze ingiustificate, ritardi frequenti e pause eccessive, che segnalano una mancanza di affidabilità. Anche un atteggiamento ostile verso colleghi e superiori può rappresentare un problema: critiche distruttive, maleducazione o atteggiamenti aggressivi compromettono il clima aziendale e possono giustificare provvedimenti.
Schiacciare un pisolino a lavoro: avvocato rivela cosa rischia chi lo fa
In questo articolo, analizziamo un comportamento in particolare: quello di schiacciare un pisolino durante le ore di lavoro. Quali sono le possibili conseguenze? Una nota esperta, l'avvocato Wanda Falco, ha rivelato che la risposta non è univoca: dipende, infatti, dalle circostanze e dalla situazione in particolare. Bisogna, in effetti, esaminare caso per caso, e verificare cosa stabiliscono i relativi contratti collettivi e/o i regolamenti aziendali. La sanzione più grave, ad esempio, è quella del licenziamento disciplinare: come spiega l'esperta, ci sono dei casi in cui questo è ritenuto legittimo, in quanto schiacciare un pisolino può essere considerato un comportamento lesivo nei confronti di correttezza, buona fede e diligenza.
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Questo, però, accade solitamente nel caso in cui un pisolino può effettivamente compromettere in maniera evidente il lavoro svolto: ad esempio, cioè, quando il dipendente è una guardia giurata, oppure ha delle funzioni di vigilanza, che richiedono necessariamente di essere svegli sul posto di lavoro. Se, invece, non fosse questo il caso, ma si trattasse, ad esempio, di un lavoro d'ufficio, le conseguenze potrebbero essere meno gravi: dal richiamo verbale all'avvertimento scritto, fino alla sospensione per qualche giorno o alla modifica del carico di lavoro, con una riduzione delle ore e, dunque, anche dello stipendio. C'è, poi, una conseguenza 'inaspettata': 'nessuna' conseguenza.

In che senso? Ebbene, come spiegato dall'esperta, recenti studi dimostrano che dormire durante l'orario di lavoro migliora la salute e la produttività. Per questo motivo, diverse aziende, in tutto il mondo, hanno consentito ai propri dipendenti di schiacciare un pisolino sul posto di lavoro, realizzando delle stanze e/o dei box appositi. Solo nel caso in cui, però, questo sia esplicitamente previsto e regolato nel regolamento aziendale, allora non vi saranno conseguenze e, anzi, questo comportamento sarà incentivato.