Viaggi, cibo, oggetti vari: è possibile scaricare numerose tipologie di spese, per chi ha la partita Iva, ma deve essere soddisfatto un particolare requisito. Un noto esperto fa chiarezza, ecco i dettagli.
La partita IVA è un codice identificativo composto da undici cifre, assegnato dall'Agenzia delle Entrate a lavoratori autonomi e imprese. Questo strumento è essenziale per poter emettere fatture e gestire l'imposta sul valore aggiunto (IVA), garantendo la regolarità fiscale di chi svolge un’attività in proprio. Si tratta di un requisito imprescindibile per liberi professionisti, artigiani e commercianti, che devono ottenerlo per operare legalmente. Nel caso delle persone fisiche, la partita IVA può coincidere con il codice fiscale, semplificando così la gestione amministrativa. Per avviare una partita IVA, è necessario compilare un modulo specifico e trasmetterlo all'Agenzia delle Entrate. La procedura richiede l'indicazione del codice ATECO, che identifica il settore di attività, e l’allegato di un documento di identità.
L'invio può avvenire attraverso tre modalità: direttamente presso gli uffici competenti, tramite la piattaforma online dell'Agenzia o con una raccomandata. Una volta avviata l'attività, è possibile beneficiare della deduzione di alcune spese, ma sempre nel rispetto di specifiche condizioni. Alcuni costi, come quelli per i pasti di lavoro, sono deducibili solo in parte, con un limite del 75% se strettamente legati all'attività. Per le autovetture utilizzate a fini professionali, invece, la deduzione è fissata al 20%. Sul piano della detraibilità dell’IVA, alcune spese consentono una detrazione totale, purché documentate con fattura, mentre per le auto la percentuale detraibile è ridotta al 40%. Anche le spese di rappresentanza, utili per promuovere l’attività, sono soggette a limiti precisi, calcolati in proporzione ai ricavi. Per ottimizzare il regime fiscale e sfruttare al meglio le possibilità di deduzione e detrazione, è sempre consigliabile affidarsi a un commercialista esperto.
Partita Iva: quando è possibile scaricare le spese per i viaggi
Definite le percentuali limite, oltre le quali non è possibile detrarre le spese effettuate, risulta importante definire anche quali spese si possono scaricare, e quali no. Potenzialmente, come spiega un noto esperto e commercialista, il dottor Massimiliano Allievi, è possibile scaricare qualsiasi tipo di spesa, persino, ad esempio, la spesa per il viaggio alle Maldive. È necessario, però, soddisfare due requisiti: uno è molto conosciuto, ma molti fanno confusione sull'altro. Come spiega il commercialista, prima di tutto è necessaria la fattura: solo con la fattura della spesa effettuata, essa potrà essere scaricata. Allievi, però, fa chiarezza anche su un'altra cosa, che non tutti sanno.
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La fattura non è sufficiente per scaricare delle spese effettuate: è necessario, infatti, che le spese siano collegate all'attività professionale svolta. Si prenda come esempio proprio il viaggio alle Maldive: se questo viaggio è collegato a motivi lavorativi e professionali, infatti, con una fattura potrà essere scaricato. Se, però, questo viaggio non è altro che una vacanza, magari con la propria famiglia, la spesa non potrà essere scaricata, nemmeno trasmettendo la fattura. Questa regola vale con tutte le spese: è necessario provare che, in una modalità precisa, la spesa effettuata sia effettivamente collegata alla propria attività professionale.
