Tasse sui guadagni dalle criptovalute, commercialista rivela cosa cambia nel 2025: la buona e la cattiva notizia

Ecco cosa cambia nel 2025, per quanto riguarda le tasse sui guadagni dalla vendita delle criptovalute: esperto rivela la buona e la cattiva notizia.

Le criptovalute sono valute digitali basate su crittografia e tecnologia blockchain, che permettono transazioni dirette senza intermediari. Il Bitcoin, nato nel 2009, è il più famoso, ma il panorama include migliaia di altre monete digitali. Il guadagno con le criptovalute può avvenire attraverso diverse strategie. Il trading consiste nell’acquisto a prezzo basso e nella rivendita a valore più alto. Lo staking, invece, permette di bloccare token per supportare la rete e ottenere ricompense. Il mining prevede l’uso di hardware per validare transazioni, generando nuove monete.

Esistono poi metodi come lo yield farming, che consente di guadagnare fornendo liquidità a protocolli DeFi, e il prestito di criptovalute, che permette di ottenere interessi cedendo asset ad altri utenti. In Italia, fino al 2023, i profitti erano tassati al 26% solo se il portafoglio superava i 51.645,69 euro per più di sette giorni consecutivi. Dal 2023, le regole sono cambiate. La tassazione del 26% si è applicata, fino alla fine del dicembre del 2024, cioè, anche a tutte le plusvalenze oltre 2.000 euro.

Cosa sono le plusvalenze

Le plusvalenze sulle criptovalute si realizzano, in particolare, quando si vende o si scambia una moneta digitale a un prezzo superiore a quello di acquisto. Questo può avvenire con la vendita diretta in valuta fiat, come euro o dollari, o con lo scambio tra criptovalute, se il valore della moneta ricevuta è superiore al costo di quella ceduta. Nel caso di acquisti multipli effettuati in momenti diversi, si applica solitamente il metodo FIFO (First In, First Out) per determinare il guadagno imponibile. La plusvalenza si considera realizzata solo al momento della vendita o dello scambio, non quando il valore della criptovaluta aumenta mentre la si detiene. Anche l’uso delle criptovalute per acquistare beni o servizi può generare una plusvalenza, se il loro valore al momento della spesa è superiore al costo iniziale.

Tasse sui guadagni delle criptovalute: ecco cosa cambia nel 2025, e le notizie da conoscere

Nel 2025, vi sono state delle ulteriori modifiche. In particolare, come spiegato anche da un noto esperto e commercialista italiano, il dottor Massimiliano Allievi, c'è, prima di tutto, una brutta notizia, per chi guadagna dalla vendita delle criptovalute: la franchigia di 2.000 euro, di cui abbiamo parlato prima, infatti, è stata eliminata. Ciò significa, cioè, che anche quando la plusvalenza è di 100, o 200 euro, o anche meno, vi sono delle tasse da pagare. C'è, però, dall'altra parte, una buona notizia.


Il noto commercialista ha, infatti, spiegato che la tassazione è rimasta la stessa, nonostante si pensava che sarebbe passata dal 26% al 42%: almeno per quest'anno, infatti, la tassazione resta del 26%. Nel 2026, però, le cose dovrebbero già iniziare a cambiare: la tassazione sulle plusvalenze, infatti, potrebbe aumentare dal 26% al 33%.

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Delle criptovalute.