Ecco cos'è l'infortunio nel tragitto casa-lavoro, e quando non viene indennizzato: la spiegazione del noto avvocato.
Gli infortuni sul lavoro rappresentano un rischio concreto per lavoratori e aziende, con conseguenze che possono essere sia fisiche che psicologiche. Le cause sono molteplici: dai movimenti ripetitivi alle cadute, fino all’uso di attrezzature inadeguate. Secondo le statistiche del 2022 dell'Australian Bureau of Statistics (Work-related injuries), circa il 24% degli incidenti è legato a movimenti come sollevare, spingere o piegarsi, mentre circa il 17% è dovuto a scivolamenti e cadute sullo stesso livello. Un altro 11% degli infortuni è causato da colpi o tagli provocati da oggetti o veicoli. Oltre agli incidenti fisici, esistono anche infortuni di natura psicologica. Stress e carichi di lavoro eccessivi possono creare condizioni di disagio mentale, mentre le lesioni da movimenti ripetitivi (RSI) colpiscono chi svolge mansioni ripetitive, come il lavoro d’ufficio. Anche i macchinari possono essere fonte di pericolo: il contatto con parti mobili può causare fratture, amputazioni o altri danni.
Sul piano normativo, gli infortuni sul lavoro sono coperti da assicurazioni specifiche, che garantiscono sostegno economico per spese mediche, reddito e riabilitazione. I datori di lavoro hanno inoltre l’obbligo legale di garantire un ambiente sicuro e segnalare ogni incidente alle autorità. Anche un'altra tipologia di infortunio, legata al lavoro, può essere indennizzata: parliamo dell'infortunio in itinere, o infortunio nel tragitto casa-lavoro. Dall'altra parte, però, c'è da dire che ci sono dei casi in cui quest'ultimo non viene, invece, indennizzato. Vediamo quali.
Infortunio nel tragitto casa-lavoro: quando viene indennizzato e quando, invece, non viene risarcito dall'assicurazione
Una nota esperta di diritto del lavoro, l'avvocato Wanda Falco, ha, prima di tutto, spiegato cos'è l'infortunio in itinere. Si tratta, in particolare, di un infortunio che si verifica durante il normale tragitto del lavoratore. Può avvenire nel percorso tra casa e luogo di lavoro, nel trasferimento verso un luogo di ristoro quando non è prevista una mensa aziendale, oppure nello spostamento tra due sedi lavorative nel caso in cui il dipendente svolga la propria attività in luoghi diversi. Questo tipo di infortunio, spiega l'esperta, viene solitamente indennizzato dall'Inail - Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro. Ci sono, però, delle eccezioni.

L'infortunio, in particolare, non è indennizzato quando vi è stata una deviazione dal tragitto ordinario, inteso come percorso più breve. Se, cioè, il dipendente, rientrando dal lavoro, fa una deviazione perché accompagna un collega a casa, oppure va a fare una commissione, nel caso in cui si verificasse un incidente, l'infortunio non verrebbe indennizzato dall'Inail come infortunio in itinere. C'è, poi, un altro caso in cui l'infortunio in itinere non viene indennizzato: il caso in cui l'uso del veicolo non rappresenti una necessità. Qualora il dipendente avesse potuto raggiungere tranquillamente a piedi, o con i mezzi di trasporto pubblico, il luogo di lavoro, allora potrebbe non essere indennizzato in caso di incidente in auto.
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Quando, invece, l'uso del veicolo rappresenta effettivamente una necessità? Quando i tempi impiegati per raggiungere il luogo di lavoro, con i mezzi di trasporto pubblico, spiega l'esperta, sono incompatibili con l'orario di lavoro del dipendente o con le sue esigenze familiari o personali.