Mutuo, è possibile recuperare le spese in dichiarazione dei redditi: esperto spiega quali e come

Ecco tutti i dettagli da sapere sul recupero fiscale delle spese del mutuo nel modello 730, e sulle spese che si possono inserire in dichiarazione dei redditi.

Il mutuo è una delle soluzioni più diffuse tra le famiglie italiane per acquistare casa senza dover disporre dell’intera somma in anticipo. Si tratta di un prestito a lungo termine, solitamente garantito da un’ipoteca sull’immobile, che permette di distribuire il costo su un periodo prolungato, rendendo più accessibile la proprietà di un’abitazione. Ma ottenere un mutuo non significa soltanto rimborsare il capitale prestato. Il vero peso finanziario è dato dagli interessi, che variano in base al tasso scelto – fisso o variabile – e alla durata del finanziamento. A questi si aggiungono spese di istruttoria, costi di perizia, commissioni bancarie e onorari notarili, tutti elementi che incidono sul costo complessivo dell’operazione.

L’impatto economico può essere rilevante. In media, le spese accessorie oscillano tra i 2.000 e i 4.000 euro, senza contare gli interessi. Inoltre, bisogna considerare l’imposta sostitutiva, che può variare dallo 0,25% al 2% dell’importo finanziato, a seconda che si tratti dell’acquisto della prima o della seconda casa. Per attenuare il carico economico, fortunatamente, il sistema fiscale italiano offre alcune agevolazioni. Chi acquista una casa può recuperare parte delle spese legate al mutuo attraverso la dichiarazione dei redditi e, nel caso dell'acquisto della prima casa, può usufruire anche di altre agevolazioni.

Mutuo: ecco i dettagli sul recupero fiscale in dichiarazione dei redditi

Ma quali spese si possono recuperare, e quali no? A rivelarlo è stato anche un noto esperto e commercialista italiano, il dottor Massimiliano Allievi. In particolare, l'esperto ha fatto una distinzione tra il capitale e gli interessi. Il primo, che corrisponde al rimborso dei soldi che ci sono stati prestati, non si può recuperare, mentre i secondi, che corrispondono, per l'appunto, agli interessi sul prestito e, quindi, alle spese aggiuntive da sostenere, possono essere recuperati, così come anche gli oneri accessori, come può essere l'atto di mutuo del notaio nel primo anno, o anche le spese d'istruttoria. Ma quanto si recupera, effettivamente?


Il dottor Allievi spiega che c'è un limite massimo, e cioè di 4.000 euro. Se gli intestatari del mutuo sono due, il limite non raddoppia: resta sempre a 4.000 euro. Questi sono recuperabili, spiega ancora l'esperto, al 19%: si recupera, dunque, poco meno di 800 euro, se gli interessi totali spesi in un anno raggiungono o superano la cifra di 4.000 euro. Questo, aggiunge ancora l'esperto, a patto che si abbiano dei redditi su cui applicare la detrazione. Tutte le spese effettuate, che siano gli interessi o le spese accessorie, dovranno essere inserite nel modello 730, per poter ottenere le detrazioni.

Mutuo dichiarazione dei redditi
I calcoli delle spese collegate al mutuo.

Per completezza, aggiungiamo dicendo che, se si tratta dell'acquisto della prima casa, si può beneficiare anche di agevolazioni ulteriori, come un'imposta di registro ridotta al 2% (invece del 9% per le seconde case), le imposte ipotecaria e catastale fisse di 50 euro ciascuna e l'IVA al 4% se si acquista da un costruttore (invece del 10%).