Casa coniugale, ecco quando possono 'cacciarvi via': come si perde il diritto di abitarla e chi lo stabilisce

La Corte costituzionale ha previsto i casi in cui si può perdere il diritto all'abitazione della casa coniugale: ecco i dettagli e chi lo stabilisce.

Il diritto all'abitazione della casa coniugale è un tema centrale nel diritto di famiglia, strettamente legato alla tutela dei minori e del coniuge economicamente più debole. In caso di separazione o divorzio, l'assegnazione della casa familiare non è automatica, ma segue criteri definiti dalla legge e dalla giurisprudenza. La casa coniugale viene generalmente assegnata al genitore affidatario dei figli, per garantire loro stabilità e continuità. Questo principio si basa sull'interesse superiore dei minori, prioritario rispetto ad altri fattori. Tuttavia, in assenza di figli o quando essi raggiungono l’autonomia, il diritto all’abitazione diventa più complesso e può essere soggetto a rinegoziazioni.

Se la casa è in comproprietà, l’assegnazione non cancella i diritti di proprietà dell’altro coniuge, ma sospende temporaneamente la possibilità di disporne. Nel caso di locazione, il coniuge assegnatario subentra nel contratto d’affitto. Infine, il diritto all'abitazione si inserisce in un quadro più ampio di obblighi e diritti post-separazione, dove l’equità e la proporzionalità guidano le decisioni, tenendo conto delle esigenze di tutte le parti coinvolte. Ciò rende ogni caso unico, richiedendo una valutazione attenta da parte del giudice. In alcuni casi, si può determinare anche la revoca del diritto di abitazione della casa coniugale.

Casa coniugale: i casi in cui si perde il diritto di abitarla e chi lo decide

Prima di parlare della revoca dell'assegnazione della casa coniugale, bisogna parlare dei principi che la stabiliscono. Un noto esperto di diritto di famiglia, l'avvocato divorzista Matteo Ruffinotti, ha spiegato che l'assegnazione dell'abitazione coniugale, anche se è totalmente di proprietà dell'altro genitore, viene fatta prioritariamente per il maggiore interesse dei figli minori, al fine di garantirgli continuità abitativa. Non è, pertanto, un regalo che viene fatto a uno o l'altro genitore. Proprio per questo motivo, il genitore assegnatario può perdere questo diritto. In particolare, i casi in cui si può revocare il diritto alla casa coniugale sono i seguenti: se i figli raggiungono l'indipendenza economica, o anche quando il genitore assegnatario cessa di abitarvi stabilmente, o non vi abita.

Il terzo caso, continua l'esperto, si ha quando i figli vanno a vivere altrove, ma soltanto nel caso in cui venga meno il collegamento stabile con l'abitazione del genitore e la sussistenza e la convivenza. Il quarto e ultimo caso, invece, si verifica nel caso in cui il genitore assegnatario si sposi di nuovo, oppure vada a convivere con un'altra persona. Infine, il legale sottolinea che la revoca di questa assegnazione non può essere automatica, ma deve essere obbligatoriamente stabilita dal giudice. Fino alla pronuncia del Tribunale, nessuno potrà cacciare il genitore assegnatario.

Casa coniugale diritto
Due persone si contendono la casa coniugale.