Un noto avvocato italiano ha rivelato tre rimedi veloci ed efficaci per ottenere in maniera forzosa il corrispettivo dell'assegno di mantenimento non versato: ecco quali sono.
Il divorzio è il procedimento legale che pone fine al vincolo matrimoniale, sancendo la definitiva separazione tra i coniugi. Tra gli aspetti più rilevanti di questa fase c’è la regolamentazione delle questioni economiche, in particolare l’assegno di mantenimento, un obbligo stabilito dal giudice per garantire un equilibrio tra le parti dopo la fine del matrimonio. L’assegno di mantenimento ha lo scopo di supportare economicamente il coniuge che si trovi in una condizione di svantaggio economico rispetto all’altro. Secondo la normativa italiana, il giudice valuta diversi criteri per determinarne l’importo, tra cui la durata del matrimonio, il tenore di vita mantenuto durante l’unione, le capacità economiche di entrambi i coniugi e le ragioni che hanno portato al divorzio.
L’assegno può essere periodico o corrisposto in un’unica soluzione, a seconda delle circostanze. È importante distinguere il mantenimento per il coniuge da quello per i figli, che è finalizzato al sostentamento e all’educazione dei minori o dei figli economicamente non autosufficienti. Recenti orientamenti giurisprudenziali hanno sottolineato che l’assegno non mira più a garantire lo stesso tenore di vita del matrimonio, ma a compensare eventuali sacrifici fatti dal coniuge più debole durante l’unione, come la rinuncia alla carriera per la cura della famiglia. Il mancato pagamento dell’assegno comporta gravi conseguenze legali, inclusi procedimenti esecutivi e sanzioni penali. Una consulenza legale adeguata è fondamentale per tutelare i propri diritti e doveri in questa delicata fase.
Assegno di mantenimento non versato: ecco tre suggerimenti per far valere il proprio diritto
Nonostante sia stabilito da norme ben precise, può capitare che il coniuge, tenuto a versare l'assegno di mantenimento, non lo versi, oppure non sia preciso con la frequenza dei pagamenti o con il valore degli stessi. Per fortuna, spiega il noto avvocato italiano Matteo Ruffinotti, è possibile riottenere le somme velocemente, grazie a diversi rimedi previsti dalla legge, tra cui in particolare tre rimedi. I primi due sono il pignoramento del quinto dello stipendio e il pignoramento delle somme presenti sul conto corrente. Per procedere, bisogna inviare una diffida di messa in mora, dove si intima l'obbligato a regolarizzare la posizione entro un termine, e con modalità prestabilite.
Decorso questo termine, non si avrà necessità di richiedere al giudice un decreto ingiuntivo, in quanto le sentenze (come quella di separazione o di divorzio) costituiscono già titolo esecutivo. Pertanto, sarà possibile procedere direttamente alla notifica dell'atto di precetto, che rappresenta l'ultimo invito che si fa al debitore nel provvedere al pagamento. Se, anche in questo caso, l'ex coniuge non paga, si procede, nel termine di 90 giorni, all'iscrizione del pignoramento, aggredendo lo stipendio (nei limiti del quinto) e/o il conto corrente. Il terzo rimedio è ancora più particolare. È, infatti, adesso prevista la possibilità di chiedere direttamente al datore di lavoro dell'ex coniuge di pagare lui direttamente l'assegno di mantenimento, scalandolo dallo stipendio dell'ex coniuge, anche dopo un solo mese non pagato. Prima di procedere con uno dei tre rimedi, però, è consigliabile riferirsi al proprio avvocato, per trovare la strategia più utile e immediata.