Lavoro, decisione storica della Corte di Cassazione: non si potrà più essere licenziati per questa causa

Decisione storica sul mondo del lavoro: la Corte di Cassazione ha stabilito non si potrà essere più licenziati per una causa importante, in caso di disabilità. Ecco di cosa si tratta e la spiegazione di un noto avvocato.

In Italia, il licenziamento è disciplinato dal Codice Civile e dallo Statuto dei Lavoratori, con l’obiettivo di tutelare i dipendenti e garantire che l’interruzione del rapporto di lavoro avvenga per motivi legittimi e dimostrabili. Esistono diverse ragioni per cui un lavoratore può essere licenziato, tra cui motivazioni legate al comportamento personale o alle esigenze aziendali. Il giustificato motivo soggettivo si riferisce a condotte del lavoratore che compromettono il rapporto di fiducia con il datore di lavoro. Ritardi, assenze ingiustificate o inadempienze contrattuali possono rientrare in questa categoria. Quando il comportamento è particolarmente grave, come nei casi di furto, violenza o danni intenzionali ai beni aziendali, si parla di giusta causa, che comporta l’interruzione immediata del rapporto lavorativo. Un tema rilevante riguarda le assenze per malattia ingiustificate.

Quando un lavoratore si assenta, cioè, senza fornire certificazioni valide o superando il periodo di comporto previsto dal contratto, il datore di lavoro può procedere al licenziamento. Un altro aspetto è il giustificato motivo oggettivo, legato a necessità organizzative o economiche dell’impresa, come la chiusura di un reparto o la soppressione del posto di lavoro. Tuttavia, questi motivi devono essere sempre ben documentati per evitare che siano contestati. I dipendenti hanno comunque il diritto di contestare i licenziamenti ritenuti illegittimi, spesso ricorrendo ai tribunali del lavoro. In caso di accertata irregolarità, possono ottenere il reintegro o un risarcimento.

Decisione storica della Corte di Cassazione sul mondo del lavoro: ecco cosa cambia sul licenziamento

A proposito delle cause del licenziamento, negli ultimi tempi, la Corte di Cassazione ha pronunciato una sentenza storica. A parlarne è stato anche un noto esperto di diritto, l'avvocato Angelo Greco. In particolare, l'esperto ha spiegato che, mediante questa decisione, l'organo giuridico ha eliminato le troppe assenze causate da malattie come causa del licenziamento, in un caso preciso. L'importante principio, spiega l'avvocato, è che non si può licenziare per superamento del periodo di comporto il lavoratore affetto da malattie invalidanti. La sentenza è frutto di un nuovo orientamento da parte della Corte di Giustizia Europea, la quale, secondo quanto dice il legale, avrà un impatto notevole sul mondo del lavoro.

 

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Spiegato in poche parole, il periodo di comporto è un diritto del lavoratore, che può chiedere un numero determinato di assenze per malattie, senza essere licenziato. Di norma, superato questo periodo, il datore di lavoro può prevedere il licenziamento del dipendente. Da ora in poi, però, per i lavoratori con disabilità, intesa come una malattia grave e invalidante, sarà richiesta una maggiore tolleranza: è normale, infatti, che il lavoratore affetto da una patologia cronica si assenti più degli altri, per avere la possibilità di curarsi.

Lavoro decisione storica
Una decisione di un organo giuridico.