Il nuovo collegato lavoro introduce misure stringenti contro le assenze ingiustificate per farsi licenziare e ottenere la Naspi, proteggendo il sistema previdenziale e promuovendo un rapporto di lavoro più trasparente. Ora i datori di lavoro devono comunicare all'ispettorato nazionale del lavoro le assenze prolungate, evitando abusi nell'accesso al sussidio di disoccupazione.
Nel mondo del lavoro, uno degli strumenti più discussi in Italia è sicuramente la Naspi, l’indennità di disoccupazione che spetta a chi perde involontariamente il lavoro. Recentemente, l'avvocato Wanda Falco ha affrontato un tema molto delicato e di grande attualità: l’abitudine di alcuni lavoratori di assentarsi ingiustificatamente dal lavoro per farsi licenziare e ottenere la Naspi. In un video pubblicato sui social, l'avvocato ha sottolineato come questo comportamento sia stato oggetto di un cambiamento normativo importante con l’approvazione del nuovo collegato lavoro, provvedimento che introduce misure più stringenti per contrastare questa pratica.
Il fenomeno delle assenze ingiustificate finalizzate a ottenere il sussidio di disoccupazione è diventato un'abitudine piuttosto diffusa, che danneggia sia il datore di lavoro che l'intero sistema previdenziale. In passato, molti lavoratori, approfittando di normative poco chiare, decidevano di non presentarsi al lavoro per lunghi periodi, con l'intento di far scattare la risoluzione del contratto e accedere così alla Naspi. La nuova normativa, però, introduce un importante cambiamento. Come ha spiegato l’avvocato Falco, ora il datore di lavoro ha l’obbligo di segnalare le assenze ingiustificate prolungate all’ispettorato nazionale del lavoro, con l’intento di evitare che tale comportamento venga sfruttato per scopi illeciti.
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Nuove regole per combattere le assenze ingiustificate per ottenere la NASpI
La recente approvazione del nuovo collegato lavoro ha suscitato un ampio dibattito, soprattutto per la sua volontà di limitare comportamenti opportunistici, come quello di assentarsi dal lavoro con l’intenzione di farsi licenziare. Secondo quanto affermato dall’avvocato Wanda Falco, una delle modifiche principali riguarda il trattamento delle assenze ingiustificate da parte dei lavoratori. Fino a oggi, i lavoratori che si assentavano per un periodo lungo, ma senza giustificare adeguatamente la loro assenza, potevano godere dei benefici della Naspi dopo il licenziamento. Il datore di lavoro, in pratica, spesso si trovava a dover risolvere il rapporto di lavoro senza conoscere le reali motivazioni dell'assenza.
La nuova normativa stabilisce che, in caso di assenze ingiustificate superiori al periodo previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL), o, in mancanza di una norma specifica, per un periodo superiore a 15 giorni, il datore di lavoro è obbligato a comunicare la situazione all’ispettorato nazionale del lavoro. In questo modo, il rapporto di lavoro si considera risolto per volontà del lavoratore, ma solo se l'assenza non è stata causata da fattori di forza maggiore o da problematiche imputabili al datore di lavoro stesso.
Le eccezioni e il ruolo del lavoratore
Come ha chiarito l’avvocato Falco, però, non tutte le assenze ingiustificate sono trattate allo stesso modo. Infatti, se il lavoratore è in grado di fornire prove che l'assenza è stata causata da eventi di forza maggiore o da responsabilità imputabili al datore di lavoro, il provvedimento non trova applicazione. Questo rappresenta una protezione per i lavoratori che si trovano in situazioni straordinarie, come malattie improvvise o difficoltà oggettive che impediscono loro di giustificare la loro assenza in modo tempestivo.