Giornata della disabilità, quando (e perché) è nata: c'è una storia interessante dietro

Ogni 3 dicembre il mondo si ferma per celebrare la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, un appuntamento annuale che affonda le sue radici in una storia ricca di significato e battaglie per i diritti umani. Ma perché è stata scelta proprio questa data e cosa rappresenta davvero questa giornata? La risposta va cercata nei profondi cambiamenti sociali e culturali degli ultimi decenni.

Un inizio simbolico: il 1981 e l’Anno Internazionale delle Persone Disabili

Tutto ha avuto origine nel 1981, proclamato dalle Nazioni Unite come l’Anno Internazionale delle Persone Disabili. L'obiettivo era ambizioso: porre le basi per un mondo che riconoscesse i diritti delle persone con disabilità e promuovesse la loro piena partecipazione alla vita sociale ed economica. Fu un momento storico, non solo per il simbolismo, ma anche per le azioni concrete intraprese.

Da quel primo passo è nata l'idea di dedicare una giornata intera, ogni anno, alla sensibilizzazione su questi temi, con l'intento di non dimenticare mai quanto fosse fondamentale abbattere barriere, siano esse fisiche, sociali o culturali.

Il ruolo della Convenzione ONU del 2006

Un punto di svolta è arrivato nel 2006 con l'adozione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità. Questo documento non solo ha riconosciuto il valore della giornata del 3 dicembre, ma ha anche dato una cornice normativa e morale agli sforzi per l'inclusione. Tra i principi fondamentali della Convenzione troviamo il rispetto per l’autonomia individuale, l’uguaglianza di opportunità e l'accessibilità universale.

Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, si stima che oltre un miliardo di persone nel mondo viva con una forma di disabilità, rappresentando circa il 15% della popolazione globale. Un dato che sottolinea quanto sia cruciale l’impegno per garantire pari diritti e opportunità.

Perché il 3 dicembre è così importante

La scelta del 3 dicembre non è casuale. È una data simbolica che vuole richiamare l’attenzione su quanto ancora ci sia da fare per costruire una società realmente inclusiva. Ogni anno, la giornata è dedicata a un tema specifico, che funge da filo conduttore per le iniziative globali. Per il 2023, il focus è stato sulle storie di coraggio e resilienza, per dare voce a chi ogni giorno supera ostacoli apparentemente insormontabili.

La giornata della disabilità si celebra anche nel 2024
La giornata della disabilità si celebra anche nel 2024

La giornata non si limita a celebrare, ma invita all'azione. In Italia, ad esempio, il Ministero dei beni e delle attività culturali promuove eventi che puntano sulla accessibilità culturale. Musei, teatri e luoghi di cultura si trasformano in spazi inclusivi, aprendo le loro porte a tutti. Quest’anno, più di 450 musei hanno aderito all’iniziativa, sottolineando che l’arte e la cultura non possono escludere nessuno.

Le barriere da abbattere: un percorso ancora in salita

Nonostante i progressi, le persone con disabilità affrontano ancora sfide significative. Dal lavoro all'accesso ai trasporti, passando per le opportunità educative, le disuguaglianze restano evidenti. Secondo recenti dati Istat, solo il 32,2% delle persone con gravi limitazioni è occupato, contro il 59,8% di chi non ha limitazioni.

Questi numeri raccontano una realtà che non possiamo ignorare: l’inclusione non è ancora una realtà concreta per molti. Ecco perché giornate come questa sono fondamentali, non solo per sensibilizzare, ma per promuovere politiche pubbliche efficaci e iniziative che cambino davvero le cose.

Un futuro di inclusione: cosa possiamo fare

La storia della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità ci insegna che i progressi arrivano grazie all’impegno collettivo. Ogni piccolo passo, ogni gesto di inclusione può fare la differenza. Investire nell’accessibilità, combattere i pregiudizi e garantire pari opportunità non sono solo obiettivi da raggiungere, ma diritti fondamentali da rispettare.

In definitiva, il 3 dicembre non è solo una data sul calendario. È un richiamo a guardare il mondo con occhi diversi, a riconoscere il valore della diversità e a costruire una società dove nessuno sia lasciato indietro. E questa è una storia che vale davvero la pena raccontare, anno dopo anno.