Disabili e lavoro, gli ostacoli che rendono (ancora più) difficile la vita dell'ammalato

Il numero di lavoratori disabili resta in forte minoranza, Risulta sempre più raro lavorare in un ufficio con un collega disabile. Ciò perchè si crede, che quest'ultimo renda meno, mentre non è così: ognuno ha i suoi punti di forza e basta solo valorizzarli

Trovare lavoro è difficile per tutti, ma per i disabili lo è ancora di più. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Istat ed elaborati da Manageritalia, infatti, di queste è impiegato solo il 32, 5%. Il motivo di questo dato? Spesso il datore di lavoro tende a pensare che i disabili rendano meno, che siano fisicamente deboli e, di riflesso, lo siano anche mentalmente. Niente di più sbagliato.
Se una persona disabile cerca un'occupazione, sicuramente avrà voglia di mettersi in gioco, e di ottenere più autonomia possibile. Per questa ragione, negare un lavoro a un disabile, è come privarlo di una indispensabile gratifica che spetta a tutti.

Le spese che i disabili devono sostenere

Per ricevere l'assegno di invalidità civile ci sarebbe bisogno della totale inattività lavorativa, poiché se si guadagna entro un certo limite, esso viene ridotto, mentre sopra una certa somma viene addirittura revocato. Dipende sia dalla tipologia di contratto che si va a firmare, sia dalla tipologia di assegno che si percepisce.
Tutto questo frena il disabile nel cercare lavoro, e testimonia che il Paese non ha davvero contezza delle spese che deve affrontare. In primis quelle mediche, senza contare l'assistenza specifica e gli ambienti accessibili, che di solito (non sempre) richiedono un costo maggiore.

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Falsi miti da sfatare

Ostacolare un disabile nella ricerca del lavoro, significa non ritenere utile il suo impiego per la comunità, non ritenerlo necessario per la società. La discriminazione continua negli ambienti di lavoro, per quei pochi disabili che trovano un'occupazione.

Inoltre, quando si entra nel mondo del lavoro, vi è automaticamente un passaggio all'età adulta, una sorta di realizzazione personale. Il disabile, invece, nell'immaginario della società viene considerato un eterno bambino, non in grado di poter compiere dei doveri. A causa di questo pregiudizio gli si impedisce di evadere da tale status e di trovare una sua autonomia.

Disabilità invisibili

Si tratta di quella disabilità che passa inosservata, e che viene nascosta specialmente sul piano lavorativo, per paura di essere giudicati o penalizzati. Si veda le discriminazioni a cosa hanno portato, a non condividere neanche le paure più grandi. Un esempio di disabilità invisibile è l'ADHD (dall'inglese attention deficit hyperactivity disorder), vale a dire il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, chi è affetto dal quale potrebbe avere, ad esempio, bisogno di più tempo per completare compiti, o test.
Ma cosa conduce il disabile a nascondere anche i più piccoli limiti a lavoro? La società. Basta vedere come questa si approccia ai disabili e i pregiudizi che ha su di loro, pregiudizi che, purtroppo, lasciano un trauma.