Una cliente è riuscita a ottenere un rimborso superiore ai 2.000 euro a causa di un aumento delle tariffe di energia elettrica e gas in bollette che era stato comunicato in ritardo da parte del fornitore delle utenze. Perché il gestore ha accettato il reclamo.
Sta tornando di strettissima attualità, nelle ultime settimane, il tema del caro bollette. Questo sta accadendo perché ci avviamo verso la fine del mercato tutelato. Milioni di consumatori, nei prossimi mesi, entreranno ufficialmente nel mercato libero e questo sta creando non poche preoccupazioni. In alcuni casi, infatti, il passaggio potrebbe voler significare bollette molto più care. Sono già tante, in realtà, le segnalazioni in merito.
Nelle ultime settimane, numerosi utenti stanno denunciando l'arrivo di bollette con importi spropositati a causa di un improvviso cambio di tariffa da parte dei gestori. Questo cambio di tariffa, secondo le versioni fornite dai clienti clienti, non sarebbe mai stato comunicato da parte del gestore delle utenze. Si tratta di segnalazioni ormai ricorrenti, che preoccupano i consumatori. Un episodio di questo genere è accaduto anche a Susanna (nome di fantasia), che si è rivolta a un'associazione a tutela dei consumatori per avere chiarezza. In questo caso riuscendo anche ad ottenere un cospicuo rimborso.
Caro bollette, così la cliente è riuscita a ottenere il rimborso
Nel mese di febbraio, Susanna si è rivolta all'associazione Consumerismo a seguito della ricezione di bollette di luce e gas con importi spropositati. In seguito a un'analisi, è emerso che la cliente aveva attivo un contratto per l'energia elettrica dal 22 aprile 2021 e un contratto per il gas dal 15 marzo 2016. A partire rispettivamente dall'1 maggio 2023 e dall'1 giugno 2026 i contratti della cliente erano stati sottoposti a un cambio di tariffa, senza però nessuna comunicazione da parte dei fornitori.
In particolare, è emerso un aumento delle tariffe in bolletta da 0,133€/kWh a 0,437€/kWh per l'energia elettrica e da 0,61€/smc a 2,50€/smc per il gas. Un aumento di circa il 300%, per il quale la cliente non aveva ricevuto comunicazioni. Tramite il supporto dell'associazione, la donna ha presentato una contestazione per chiedere il ricalcolo e il surplus di spesa generato. La società fornitrice ha svolto i controlli del caso e accolto il reclamo, emettendo una nota di credito pari a 2.370 euro. La società ha fatto sapere che in realtà la lettera di comunicazione del cambio di tariffa era stata inviata, ma in ritardo rispetto a quanto previsto: le comunicazioni, infatti, devono avere un preavviso di 3 mesi per poter essere valide.
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