Milano, prende il taxi per una corsa di 7 km: quando scopre il prezzo, non crede alle sue orecchie

Una signora di Milano ha denunciato sui social il prezzo esorbitante di una corsa con il taxi di 7 km con un bagaglio.

Milano è una grande metropoli dove il servizio di trasporto pubblico funziona abbastanza bene. Tuttavia, a volte proprio non si può fare a meno di prendere il taxi. Vuoi per urgenza o per altri motivi. Questa è la storia di un signora di Milano che ha vissuto una pessima esperienza. Ha preso un taxi in un giorno feriale di pomeriggio con un solo bagaglio per una corsa di soli 7 km. Alla fine della corsa, la signora ha scoperto il prezzo esorbitante: 30 euro. 

"Ho speso meno per il biglietto del treno di 500 km, non si può più usare il taxi", ha commentato amareggiata sui social. Durante il tragitto, tra l'altro, ha raccontato che il tassista ha anche espresso la sua contrarietà all'aumento del numero di licenze per i taxi. Storie come quelle di questa signora di Milano succedono tutti i giorni e in tutte le grandi città d'Italia. E questa vicenda è lo spunto per parlare proprio della questione dell'aumento del numero di licenze, sulla quale l'Antitrust non ha espresso parere positivo.

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Massimiliano Dona spiega le dichiarazioni dell'Antitrust sull'aumento delle licenze dei taxi

Corsa di taxi a Milano a un prezzo esorbitante: il problema delle licenze

Proprio ieri, infatti, come ha spiegato l'avvocato Massimiliano Dona, l'Antitrust ha richiamato i Comuni italiani sull'aumento delle licenze. Secondo quanto previsto dal Decreto Asset, questo incremento dovrebbe essere del 20%, ma l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha chiesto di alzare questa soglia e anche di attivare il prima possibile i bandi. La stessa Antitrust, inoltre, ha definito "necessario" effettuare un monitoraggio sulla qualità del servizio delle cooperative di taxi. Insomma, qualcosa sembra si stia muovendo a difesa dei diritti dei consumatori.

Tuttavia, esiste anche un altro lato della medaglia. Infatti, i tassisti lamentano che l'aumento della concorrenza potrebbe diminuire ancora di più i loro guadagni. Per esempio, un tassista di Napoli ha spiegato sui social che il lavoro non è poi così tanto. "Lavoriamo quei pochi mesi estivi: da giugno a settembre lavoriamo un poco in più e gli altri mesi che facciamo la fame", ha spiegato sui social. Poi, il tassista ha anche rivelato di guadagnare circa 60-70 euro al giorno per 6 giorni alla settimana. "Da questo incasso devo pagare tasse anche se per fortuna sono circa 300€ al mese, poi il carburante la radiotaxi garage, per non parlare delle rotture della vettura", ha spiegato il tassista. "E se avessimo la concorrenza quanto guadagnerei?", ha infine chiesto. Insomma, la situazione è molto complessa e richiede sicuramente un approccio equilibrato per tutelare sia i tassisti che i consumatori.

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